I reperti si studiano anche con la Tac
L'esame è stato realizzato dai ricercatori della divisione di Paleontologia della facoltà di Medicina dell'Università di Pisa ed i risultati «potranno rivelarci molto - si legge in una nota - del nostro passato, dalla ritualità funebre, all'ambiente circostante, fino alle patologie più diffuse all'epoca». Lo annuncia l'Università di Pisa in un comunicato. Il metodo di indagine si inserisce all'interno del progetto «Antiche genti di Pisa, le necropoli di Porta a Lucca», diretto dal professor Gino Fornaciari in collaborazione con la Soprintendenza archeologica, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. «Il nostro lavoro - spiega il professor Fornaciari - si è inserito negli scavi di emergenza a cui fu chiamata la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana nel 2005 alla scoperta delle necropoli. Studiare le urne ancora intatte mediante Tac consente di conoscere con esattezza il loro contentuto prima ancora di aprirle, in modo da condurre gli scavi con precisione e intevrenire con particolare cura».