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Gomorra, tristi souvenir dal Belpaese

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Aifotografi è stato impedito di stazionare per le foto di rito e Saviano ha persino rinunciato all'ambita Montees des Marches. Ma non se ne fa un cruccio: "Ci sono molti come me sotto scorta nel mio paese e il mio pensiero ora va anche a loro - ha detto l'autore avvolto da una camicia rossa di garibaldina memoria -. Non ho mai pensato davvero di raccontare solo di Camorra e di Napoli, ma di ciò che accade in tutto il Sud del mondo a causa del predominio della criminalità organizzata, dal Sudamerica a Bombay fino ad Abidjan. A causa della Camorra ci sono stati in trent'anni oltre 10 mila morti ammazzati, molti di più di quelli uccisi nella Striscia di Gaza. La Camorra fattura 150 milioni di euro l'anno. Siamo di fronte a dei veri imprenditori: ne è un esempio il fatto che dopo il crollo delle Torri Gemelle a New York, è stata intercettata una telefonata tra due camorristi che dicevano: "Finalmente ora si è liberato un bello spazio su cui costruire nel centro di New York". Il film è comunque diverso dal libro: qui non c'é il racconto di un boss che potrebbe titillare la sua vanità. I camorristi non impediscono il diritto alla parola ma il diritto all'ascolto e perciò mi temono perché il mio libro è stato letto da molte persone e fa conoscere la verità", ha concluso Saviano che ha partecipato alla sceneggiatura del film, da venerdì nelle sale distribuito da Fandango e già in cima al box office con più di un milione di euro incassati in due gorni. A Cannes il film, coprodotto da Fandango con Rai Cinema e già venduto in oltre dieci paesi, ha ricevuto sia dalla stampa sia dal pubblico sentiti applausi. La pellicola è stata realizzata anche grazie al popolo delle Vele di Scampia, i grandi palazzoni dove è stato in parte girato: "Loro sono stati i veri primi spettatori - ha aggiunto Garrone -. Intimidazioni dalla Camorra non ne abbiamo avute e la gente della zona ci ha aiutato con tanti suggerimenti. Contesto invece le polemiche sulla brutta immagine che "Gomorra" potrebbe dare del nostro Paese all'estero, perché per affrontare un problema occorre parlane e conoscerne i meccanismi veri". Per Toni Servillo, nel ruolo spregevole di un disinvolto ed efficace imprenditore di rifiuti tossici "fa parte della tradizione italiana fare questi film, come "Il caso Mattei" di Francesco Rosi. Io vivo a Caserta, dove pago le tasse e voto per delegare i politici a risolvere i problemi e invece la mattina devo accompagnare i miei figli scavalcando montagne di rifiuti". Per il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi, giunto ieri a Cannes per presenziare oggi alla Giornata dell'Europa il poker di film italiani ("Gomorra", "Il Divo", "Sangue pazzo" e "Il resto della notte") "rappresenta una prima vittoria morale del nostro cinema sulla Croisette".

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