Addio Gencer, erede di Maria Callas
Salomè è sempre la figlia di Erodiade, pallida, scontrosa, sa che Erode la concupisce ma non se ne cura, però quando lui le chiede di ballare a una gran festa che ha organizzato per un gruppo di complici italo-americani, accetta a patto di un dono di cui non rivela l'entità. Così, quando inutilmente innamorata di Giovanni, se ne vede duramente respinta, dopo il ballo, quello dei "sette veli", chiede decisa a Erode la testa di Giovanni, e dall'altro, pur turbato e restio perché paventa disgrazie, finirà per riceverla su un piatto d'argento. Allora potrà finalmente baciare quella bocca che tanto l'attraeva: "Je veux baisers ta bouche" era il tormentone del testo che Wilde aveva scritto in francese... L'impresa, dimenticando poco il teatro, l'ha affrontata Claudio Sestieri che ha già alle spalle due film, "Barocco" e "Dolce assenza". Una trovata l'ha avuta (a parte la trasposizione in cifre partenopee), quella di non chiedere ad Antonello Geleng di predisporgli delle scenografie grazie alle quali, pur tenendosi sempre al chiuso, come tra le quinte di un palcoscenico, ha potuto sbizzarrirsi con luci quasi psichedeliche, in sfondi di una opulenza abbastanza fantasiosa e orgiastica, che gli hanno consentito di fabbricarvi a sostegno delle immagini fortemente colorate anche se non aliene da un gusto Kitsch (sia pure qua e là giustificato dal modo di pensare e di vivere del boss Erode, tra piscine illuminate e ballerine quasi sempre seminude). All'interno di queste scenografie, però, Oscar Wilde naufraga spesso o nell'ingenuità o nel folclore, con esibizioni di canzoni napoletane e dialoghi, pur ripresi dal testo originale, eccessivamente camuffati per piegarli alle esigenze della nuova trascrizione. Tra gli interpreti merita una citazione Ernesto Mahieux che, a parte quando canta, disegna con vigore il carattere fosco ma alla fine turbato del boss. Erodiade è Caterina Vertova, pronta a esibire tutti i vizi possibili, però con misura, Giovanni è Elio Germano sepolto sotto un barbone che lo rende irriconoscibile. Nel ruolo che era di Sarah Bernardt tenta di muoversi Carolina Felline. Il confronto, però, non sarebbe generoso.