Domani e domenica, in occasione dei trent'anni dal martirio ...
La fiction è firmata dal regista Gianluca Maria Tavarelli, la parte di Moro è stata affidata a Michele Placido mentre l'allora ministro dell'Interno Francesco Cossiga avrà il volto di Diego Verdegiglio. L'attore, che è anche scrittore (suo il saggio storico «La tv di Mussolini») e regista per affrontare il ruolo si è dovuto preliminarmente sottoporre a una dieta da fotomodella, poi ha a lungo studiato, nei filmati di quel periodo, gli atteggiamenti di Cossiga. Diego Verdegiglio, perché le è stata affidata la parte di Francesco Cossiga nella fiction «Aldo Moro - Il presidente»? «C'è una certa somiglianza tra me e il Cossiga di quell'anno, il '78, per il naso affilato, però ho dovuto perdere dodici chili. Quando il mio agente mi ha proposto il ruolo sono rimasto intimorito, fare questa parte per me è stata una grande responsabilità». Come si è preparato? «Mi sarebbe piaciuto incontrare il presidente Cossiga, anche se sono stato molto combattuto. Io dovevo rappresentare il Cossiga di allora, quello visto nei filmati, e se l'avessi conosciuto, credo, c'era il rischio che interpretassi il Cossiga di oggi. Comunque non ci siamo mai incontrati. Il vero pericolo era quello di fare una cosa come al Bagaglino, ma siamo riusciti ad evitarlo. Soprattutto ho voluto dare l'immagine di una persona combattuta, divisa tra il desiderio di aiutare un amico e il suo dovere di uomo di Stato, che doveva mantenere un atteggiamento freddo e distaccato». Il vero Francesco Cossiga ha espresso un giudizio sul suo lavoro? «Sì, so che è rimasto soddisfatto, ha avuto piacere di vedersi interpretato da me, il personaggio è stato azzeccato. So anche che gli ha fatto una strana impressione vedersi impersonato da un altro, ma gli sono piaciuto. Credo di essere ben riuscito per le mie origini sarde, come quelle del presidente». Ai tempi del rapimento Moro cosa faceva? «Interpretavo il mio primo film per il cinema, che era, cosa molto curiosa, un film sul terrorismo». A. A.