Madonna: «Torno in pista ma mi sento sola»
Ma nelle dodici "caramelle" dance che danno il titolo a questo "Hard Candy" non v'è traccia di morbidezza. Per il suo addio alla multinazionale Warner dopo 11 album (in tasca la signora ha un contratto da 120 milioni di dollari in dieci anni con la società Live Nation per un pacchetto all-inclusive di cd e concerti) la popstar ha optato per una più azzardosa esplorazione del suono disco disco-urban-hip hop: una formula che ai profani apparrà oscura, ma basta immaginare un muro di ritmo, solido e scarsamente permeabile dalla melodia, dove si sperimentano soluzioni futuribili per non mollare mai il passo in discoteca o in palestra. Imperano, qui, i talenti produttivo-artistici di partner come Timbaland, Pharrell Williams dei Neptunes, il divo belloccio Justin Timberlake, Kanye West, pifferai del pop bianco e nero della più bell'acqua. Rispetto al precedente "Confessions on a dancefloor" (che garantì vendite per 8 milioni di copie, su un totale di 200 milioni di dischi in 25 anni di carriera), questo di "Hard candy", è un passo ancora più dentro la materia oscura della vertigine ballereccia, dove però le sovrastrutture techno-beat paiono nascondere un problema d'ispirazione. Certo, qui e là il gioco diverte, come nell'energia di "Give it 2 me", cardine del tour che verrà (ancora da organizzare, tranne i due concerti fissati a Dubai, per i quali Madonna guadagnerà la cifra record di quasi 16 milioni di euro), o nella chitarra sexy suonata da Wendy Melvoin (della scuderia Prince) in "She's not me"; o nelle reminiscenze alla Marvin Gaye di "Beat goes on", o il suono tirato fuori dalla scuola soul di Philadelphia anni Settanta in "Dance tonight". O come nella confezione del primo singolo "4 minutes (to save the world)", a proposito del quale Madonna spiega che «rispecchia lo stato d'animo di chi, come me, ballando e divertendosi ha continuato a guardare quel che succede nel mondo, sopratutto in Medio Oriente. La gente è preoccupata ma ha anche bisogno di svago. Una canzone non può materialmente salvare il mondo ma credo che "Imagine" di John Lennon sia l'esempio perfetto di come un pezzo di musica possa interpretare un sentimento universale». Sul fronte privato qualche nube si profila all'orizzonte. Con il consorte Guy Ritchie le cose non vanno più a gonfie vele («Ho abbandonato il sogno che lui sia un marito ideale e anche lui ha rinunciato alla speranza che io sia una moglie ideale»), la figlia Lourdes le fa dei cazziatoni per come si veste («Si sente in imbarazzo con le compagne di scuola»), non è ancora risolta la grana con il Malawi per l'adozione del piccolo David, e per soprammercato ha scoperto una lontana parentela, per vie ancestrali, con Celine Dion e...Camilla Parker Bowles. Nonostante questo, avrebbe di che essere serena. Invece, confessa di avere «sempre paura di essere abbandonata» e di «non sopportare la solitudine». Come nel più classico dei paradossi dello star-system. Voto: 6,5/10