L'AMORE NON BASTA, di Stefano Chiantini, con Giovanna ...
La hostess lo legge, è una appassionata dichiarazione d'amore. Poco dopo apprendiamo che il ragazzotto, di nome Angelo, conosce da tempo la hostess, che si chiama Martina, ed anzi le è legato da una tormentatissima vicenda amorosa in cui, di continuo, si alternano alti e bassi, rotture, riconciliazioni. Aggravati da una difficile situazione familiare di lei, un secondo marito della madre causa di numerosi contrasti, e non certo facilitati, in lui, dalla costante presenza, al suo fianco, di un padre che si ostina a dargli sempre consigli su tutto, il più delle volte facendolo sbagliare. Altra (piccola) rivelazione. Quel padre non è un personaggio reale. Angelo se lo vede sempre dattorno, anche se è morto, perché è ossessionato non solo dal suo ricordo, ma, appunto, dai tanti stravaganti consigli che continuava a dargli in vita e che adesso sono quasi diventati una sua seconda natura (o la sua contraddittoria coscienza). Si va avanti così. Con i reiterati scontri amorosi fra Angelo e Martina, con i problemi coniugali della madre di lei (il marito scopriamo presto che ha un'amante giovane), con quelle interferenze in ogni sua decisione. Con risultati il più delle volte disastrosi. Anche nel finale. Che volutamente no conclude. Ci ha imbastito questo gioco Stefano Chiantini, che non si era fatto molto apprezzare con i suoi primi film ("Forse sì...forse no", "Una piccola storia"). Anche qui lascia incerti. La trovata migliore è quel personaggio di padre che però solo alla lunga risulta immaginato. È spesso al centro di situazioni buffe (soprattutto se lo si accoglie come un fantasma), fa sorridere, tocca, in qualche momento, dei climi spinti verso il grottesco. Il resto, invece, specie tra le pieghe poco ordinate della storia d'amore in più momenti confuso, fitto di passaggi scarsamente collegati fra loro, tra un via vai di personaggi non di rado gratuiti. Gli interpreti principali, comunque, si fanno seguire: Giovanna Mezzogiorno, nelle instabilità di Martina, Alessandro Tiberi, nelle disavventure non solo amorose di Angelo, Rocco Papaleo, un "fantasma" reale dai colori vivacissimi.