Dina D'Isa [email protected] Dopo un trionfale avvio in ...
Nel film, una delle anteprime più attese del festival di cinema francese in corso a Roma, recita anche la moglie del regista, Catherine, insieme alla giovanissima Olivia Bonamy. Protagonista, un poliziotto marsigliese sulle tracce di un serial killer, che richiama due grandi amori dell'autore, nella vita ex poliziotto della squadra omicidi: la prima pistola magnum prodotta in Francia (una 357 a canna larga) e il maestro del film noir transalpino Alain Corneau che intitolò uno dei suoi primi successi alla "Police Python 357". «Quella pistola la maneggiavo io e mi portò sfortuna come al protagonista di questo film - ha detto Marchal ieri a Roma - ma aveva un fascino indiscutibile ed è stata per anni il simbolo dei nostri migliori agenti a cui dedico questo film. Corneau non sapeva che fu proprio all'uscita di "Police Python" che decisi di entrare in polizia. Erano le mie illusioni da ragazzo. Poi ho scoperto la corruzione e la cattiveria che spesso conducono alla disperazione e alla delusione i nostri poliziotti. A loro ho dedicato tutta la trilogia dei miei lavori più appassionati, da "Gangsters" a "36", ma con questo film credo di aver saldato il debito e di essermi liberato dei miei fantasmi più segreti. Questa storia s'ispira a un fatto vero, che ho vissuto in prima persona. I nostri due paesi hanno tanto in comune ma da qualche anno si parlano poco, eppure io in Italia mi sento a meraviglia e il vostro cinema mi piace oggi come ai tempi gloriosi dei grandi maestri». Daniel Auteuil interpreta Louis Schneider, poliziotto senza più stimoli, alcolista compulsivo e ossessionato dai fantasmi del passato: «È un bravo poliziotto ma un cattivo marito - ha spiegato Auteuil -. Non ha tempo per essere un buon padre, è un sopravvissuto. Il genere polar dà all'attore intensità, violenza ed emozione. Ma la violenza presente nel film non si può recitare: bisogna averla in se stessi».