«Ora si può fare il Dna. Attendo il sì del Vaticano»
Pierluigi Baima Bollone, 70 anni, piemontese, ordinario di Medicina Legale all'Università di Torino, annovera tra le autopsie eccellenti quelle sui corpi di Moro e di Calabresi. Si è anche occupato del sangue di San Gennaro. Frequenta il mistero senza affanni convinto che la scienza, ben interrogata, sappia rispondere. La ricerca, l'osservazione meticolosa e lenta dei dettagli sono i suoi strumenti. Il caso Gesù, evidente, fa storia a sé. Non c'è un corpo ma un lenzuolo che, guardato dalla parte dei piedi obliquamente e con una certa illuminazione, mostra un corpo nella sua tridimensionalità. Una illusione, professore. Sì, che però non è soltanto mia. Chiunque abbia guardato la Sindone dallo stesso punto ha visto l'identica immagine. Un'immagine che può ancora raccontare qualcosa? Ne sono certo. Ripeterà gli esami? Ho chiesto al Custode, l'arcivescovo di Torino cardinal Poletto, di effettuare nuovi prelievi, mi basta una crosticina di sangue, vorrei eseguire ulteriori accertamenti e soprattutto effettuare la prova del Dna. Per arrivare dove? Per ricostruire definitivamente l'assetto genetico del corpo avvolto nel lenzuolo. Crede che la Chiesa le darà il permesso? Spero di sì. Che cosa le ha raccontato, sinora la Sindone? Quel lenzuolo è la sequenza fotografica che conferma in ogni dettaglio la storia di Gesù così come si legge nei Vangeli. Come morì Gesù? Di croce e in croce. Ma non per asfissia come accadeva ai condannati alla stessa pena. Fu colto da una crisi cardiaca, un'ischemia. Un attimo prima della fine urlò. Lei ha trovato la prova del grido di dolore? Sì. E' su quel lino. Nel sangue che ho esaminato. Il sangue di un uomo torturato non nutrito e assetato a cui ha ceduto il cuore. La Sindone è la prova della Resurrezione? La Fede prescinde da qualsiasi ricordo materiale. Avere una documentazione "viva" che corrisponde alla storia come la conosciamo può aiutare a fornire un riscontro. Il resto, lascia intendere Baima Bollone, ognuno può immaginarselo come vuole. Il fatto è un lenzuolo che parla attraverso la scienza e che potrebbe continuare a farlo se la Chiesa permetterà di interrogarlo.