Tiziano maestro che non smise mai di sperimentare

In un percorso di ventotto capolavori dipinti da Tiziano dal 1550 sino alla sua morte, avvenuta nel 1576, prestati dai più importanti musei del mondo, si spazia dai ritratti, ai temi profani e alla pittura sacra. Il Tiziano che ci troviamo di fronte in questa rassegna cambia rotta rispetto a quello più noto del «periodo d'oro», alla ricerca di un nuovo rapporto spazio-luce-colore. Negli anni Sessanta del Cinquecento, nonostante l'età avanzata, la sua attività si fa più intensa non tanto al servizio della Repubblica veneta quanto di Filippo II, che permette all'artista di avere ampia autonomia. Sia nei dipinti devozionali, sia nelle composizioni profane dominate da un senso panico della Natura, Tiziano giunge a un progressivo disfacimento della materia pittorica. Una ricerca espressiva che è alla base del suo inarrestabile percorso creativo, che nella fase conclusiva lo porta a una solitaria meditazione sul senso tragico dell'esistenza umana. Cupo, denso, funereo, lo spirito che pervade la sua «Pietà», suo testamento artistico nel quale si effigia nei panni di San Girolamo. Ancora, nel «San Sebastiano». Per finire con le sue Lucrezie, Veneri, Danae, così sensuali ed eteree.