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Cinama: Italia-Usa, un matrimonio da sogno

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Fail punto della situazione l'onorevole Gabriella Carlucci, responsabile del dipartimento Spettacolo di Forza Italia e segretario della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, nonché donna di spettacolo. Oggi, alle 18, si tiene il convegno «Una banca per il Cinema - Settima Arte e Finanza Innovativa, un connubio vincente», promosso dal Circolo del Buongoverno Giovani Donne di Roma Capitale, diretto da Alessia Amore. Partecipano il senatore Marcello Dell'Utri, il professor Fabio Verna, docente di Finanza Aziendale, presidente del Comitato promotore «Una banca per il Cinema» e presidente della Ver-Fin e poi esponenti della politica, delle istituzioni, degli enti culturali e gli operatori del mondo dello spettacolo. In primo piano la riforma del Credito sportivo per creare, appunto, una «banca» per il cinema, iniziativa della quale l'onorevole Carlucci è promotrice. Onorevole Gabriella Carlucci, l'industria del cinema italiano, oggi, di cosa ha bisogno? «Il cinema, ma in generale il nostro spettacolo, ha dimostrato di saper camminare con le sue gambe. Veltroni nel '94 prosciugò il Fondo di garanzia, noi, nel 2001, arrivammo che non c'erano più soldi, dati senza garanzie. Con il decreto Urbani istituimmo il reference systems, in maniera da dare finanziamenti solo ai progetti cinematografici veramente interessanti e a chi aveva la capacità di distribuire le pellicole. Così il cinema italiano, in controtendenza, ha acquisito quote di mercato, anche sul cinema Usa. La strada è puntare su produzioni vere. La mia proposta bipartisan con Willer Bordon ha inserito nell'ultima finanziaria il credito d'imposta per il cinema e il "tax shelter", per detassare i soldi reinvestiti». Il cinema è «bipartisan»? «La cultura è patrimonio unico della Nazione». Ma a lei, che cinema piace? «Il cinema americano, ma anche quello italiano. Ho trovato fantastico "La ricerca della felicità", un film americano con Will Smith, diretto da un italiano, Gabriele Muccino. Il cinema americano sa investire e sa scommettere». Lei vuole favorire questa collaborazione Italia-Usa... «Spero che le leve fiscali aiutino le coproduzioni». Qual è la cosa che le sta più a cuore? «La tutela dei lavoratori dello spettacolo, tutti bravissimi, non sappiamo nemmeno quanti sono».

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