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Canzone già edita Lo scandalo Bertè travolge il festival

Sanremo

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Loredana.È la terza lady della canzone italiana a conoscere l'ignominia dell'esclusione dalla gara: era accaduto negli anni passati a Ornella Vanoni e Patti Pravo, oltre che a Simone Cristicchi quando concorreva tra i giovani. Stavolta la tagliola non è scattata per una semplice accusa di plagio, ma per un «autofurto» con destrezza. Gli autori di "Musica e Parole" (Avogadro e Radius, più l'inconsapevole Berté per il testo) sono gli stessi che avevano firmato nell'88 la medesima composizione musicale, intitolata "Sesto senso", interpretata da Ornella Ventura, allora cantante di labili speranze e oggi impresaria. Il brano era stato pubblicato su Lp e registrato alla Siae. Dopo l'esibizione di Loredana all'Ariston, l'altra notte, è scattata la soffiata. Cadevano dalle nuvole Radius e i responsabili della casa discografica, la stessa per entrambe le pubblicazioni. Ma il regolarmento parla chiaro: se il pezzo è edito non si può partecipare. Così, a malincuore, Baudo si faceva ambasciatore (portando pena) e comunicava alla Berté la cattiva notizia. Molto italianamente, però, si trovava una soluzione ottimale: Lory non concorrerà per la vittoria (anche se ormai tutti tifavano per lei) ma si esibirà in tv oggi e sabato. Per rispetto del suo precario equilibrio emotivo e per un cinico recupero di share. Ascolti? In picchiata. Nella parte decisiva della seconda serata 8 milioni 271 mila spettatori (29,72 per cento di share), altro record negativo. Pippo trasecola e si infuria: volete la qualità o il trash? «Se avessi ltitigato con Chiambretti avremmo avuto ascolti alti. Quindi litighiamo, sputiamoci in faccia e avremo il pubblico. Ma così lo imbarbariamo e avremo un'Italia di merda...». Non se ne fa una ragione del crollo di uno spettacolo preparato con cura e qualità. Del Noce ci mette del suo: «Ora tutti tirino fuori la grinta». E Chiambretti, che aveva fatto sorridere recitando il rosario sui dati d'ascolto, soffia un inaccettabile "imbecille" a un giornalista che aveva fatto una domanda scomoda. Tutti contro tutti. È il caos. Scontro totale fra Baudo e il presidente dei discografici, Mazza, che vorrebbe una gara fatta solo con i giovani. Pippo: «Così Sanremo diventa Castrocaro o Amici». E il Comune, in vista del rinnovo della convenzione quinquennale con la Rai (scade a dicembre) ricorda: «O si fanno cinque serate o niente». Che per Viale Mazzini è una sorta di suicidio strategico e finanziario. Del Noce: «Non pensiamo di chiudere il festival, anche se non è insostituibile. La gente lo rimpiangerebbe». Lo dicono anche di Alitalia.

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