A Hollywood trionfa l'Europa e vincono i Cohen

Il grande film, "Non è un paese per vecchi" dei fratelli Coen, con le sue cifre riarse di tragedia, era di certo il miglior film americano dell'anno. Riconfermato dall'Oscar per la sceneggiatura (dal romanzo Di McCarthy), da quello per la regia e da quello per il miglior attore non protagonista, un Javier Bardem insolitamente di ghiaccio, ma in cifre atroci. L'Italia ha visto premiate con l'Oscar per la migliore scenografia la coppia Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo che per "Sweeney Todd" di Tim Burton avevano saputo ricreare una cornice londinese realistica e magica ad un tempo, dopo le tante candidature ottenute in passato per altre scenografie degne anche quelle di premi e dopo il meritatissimo Oscar nel 2003 per la scenografia di "The Aviator". Mentre, secondo Oscar italiano, in nostro Dante Marianelli si è visto premiare per le musiche coinvolgenti del film inglese "Espiazione", presentato l'estate scorsa alla Mostra di Venezia dove proprio Tim Burton aveva avuto il Leone d'oro alla carriera. L'Europa, adesso. Due attrici: la francese Marion Cotillard che, nelle vesti di Edith Piaf, ne "La vie en rose", era riuscita a scendere fin nelle radici più profonde di quel grande personaggio, giustamente premiato con l'Oscar per la migliore attrice protagonista, e l'inglese Tilda Swinton, migliore attrice non protagonista per "Michael Clayton". Nella sua carriera era la prima volta che creava un personaggio negativo, nero addirittura, e l'ha dominato con tutta la sua ben nota autorità. Europei anche i due attori, il londinese Daniel Day-Lewis, il protagonista spietato de "Il Petroliere" e, appunto, lo spagnolo Bardem non protagonista nel film dei Coen. Senza dimenticare, tra gli europei, la prestigiosa costumista del film inglese "Elizabeth", Alexandra Byrne. Il film oltre che per Cate Blanchett, si ricorda per lei. Un verdetto, perciò, da sottoscrivere anche se, come miglior film straniero, al pur degnissimo "Il Falsario", austriaco, io avrei preferito "12" il solito film russo di Nikita Michalkov. Per i loro ottant'anni gli Oscar hanno comunque indicato le vie giuste. Come del resto, va loro riconosciuto, stanno facendo da qualche tempo. I 6000 votanti dell'Accademy guardano all'industria del cinema, ma considerano e rispettano anche l'arte del film. Di cui L'Europa è l'espressione più fertile.