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Scorsese: ho catturato l'energia degli Stones

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A cominciare dal mattino con un'ora di fila per entrare alla proiezione stampa di "Shine a light" - fuori concorso - di Martin Scorsese, con un pubblico di giornalisti ondeggianti e trascinati dal ritmo dei Rolling Stones. E per finire con la serata, dove centinaia di fan hanno assediato il palazzo del Cinema in Potsdamer Platz per vedere i miti viventi della musica rock per almeno tre generazioni. Nel film ci sono due ore di musica dello storico gruppo inglese e qualche sequenza del back stage del concerto che si è svolto nell'autunno 2006 al Beacon Theatre di New York in occasione del sessantesimo compleanno di Bill Clinton, affiancato dalla moglie Hillary. Il ritmo forsennato esplode anche nel montaggio, grazie alle ben sedici telecamere che hanno seguito la performance, intervallata da qualche surreale intervista del passato a Mick Jagger e soci. Tra i tanti duetti, emblematico e struggente quello con il bluesman Buddy Guy. «Volevo catturare l'energia degli Stones. La musica è parte della mia vita, una fonte di ispirazione continua nel corso degli anni - ha detto Scorsese, ieri a Berlino accanto al gruppo dei Rolling, con Mick Jagger, Charlie Watts, Ron Wood e Keith Richard -. Non volevo fare un documentario. E il titolo "Shine a Light", oltre ad essere un brano dei Rolling Stones del 1968 dedicato allo scomparso pluristrumentista della band Brian Jones (morto a 27 anni), è stato scelto anche per il suo significato letterale: "sbatti la luce" funzionava bene. Voleva dire metti dei proiettori sugli Stones e gira. All'epoca, due anni fa, avevo appena finito di girare "The Departed", ma ero molto confuso su come portarlo avanti. Allora mi sono detto, "vado a girare un documentario sui Rolling Stones, devo uscire fuori da questa confusione. Lo devo fare adesso o non lo farò mai più"». Se per Mick Jagger - già attore in molti film - «sul palco o dietro la macchina da presa ci sono gli stessi problemi, bisogna recitare», Keith Richards ha raccontato che «Martin non ci imponeva nulla. Noi suonavamo e lui girava, voleva solo una performance degli Stones e non fare un film qualsiasi». Il regista, che ha ripreso i tanti ospiti sul palco del concerto americano (oltre a Bill Clinton anche una Cristina Aguilera in abiti succinti), non è certo nuovo a film musicali come "The Last Valzer" (1978) sulla fine dell'attività del gruppo The Band, "No direction Home: Bob Dylan" (2005) e ha anche coordinato il progetto di sei film sul blues, firmato tra gli altri anche da Wenders e Eastwood, dirigendo uno degli episodi più belli, "Dal Mississippi al Mali". Per "Shine a Light", che uscirà in Italia distribuito dalla Bim il 10 aprile, ha selezionato un mucchio di premi Oscar per la fotografia come Robert Richardson ("The Aviator"), John Toll ("The Last Samurai") e Andrew Lesnie ("The Lord of the Rings"), filmando gli Stones - nel film anche in veste di produttori esecutivi - per due giorni.

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