Nei giorni scorsi era a Napoli nei panni del più classico ...
Il bravo ragazzo della porta accanto destinato a far sognare ogni tipo di pubblico, un artista dalla faccia pulita, concentrato nello sforzo verso la perfezione, pur senza mai dimenticare la solidarietà verso i meno fortunati. Preferisce i balletti classici o le loro rivisitazioni moderne? «I classici conservano sempre un grande fascino per la perfetta sintonia tra musica e coreografia. Hanno un sapore sempre attuale. Aggiornare un classico è sempre difficile: si può fare, ma solo in modo geniale come Mats Ek. Pochi possono permetterselo». Come ha vissuto la recente esperienza napoletana, in un momento così difficile per la città? Come mettere insieme la grazia del balletto e la protesta con le discariche in fiamme? «Sicuramente c'è un contrasto, ma la cosa sbagliata è nelle discariche, nei rifiuti, nella vergogna che può suscitare questa situazione. L'immagine che bisogna dare di Napoli è quella dell'arte e della bellezza esaltate dal S. Carlo, uno dei teatri (anche scuola di danza) più antichi d' Italia. C'è un pubblico che dimostra voglia di bellezza e di cultura. Il resto è una faccia triste che non dovrebbe accadere in un Paese civile come il nostro. Napoli merita molto di più». Si sente pienamente uomo del suo tempo? «Facendo questo lavoro si finisce con l'essere un po' isolati, distaccati dalla realtà: ore e ore per le prove, gli allenamenti. Ma è anche vero che ho sempre cercato di essere cosciente della realtà: per questo ho accettato il ruolo di ambasciatore Unicef, non ho mai rifiutato prese di posizione per la danza, i teatri, per aiutare la cultura arrivando alla gente anche attraverso i media del nostro tempo». Si deve vivere di sogni anche fuori dal palcoscenico o è meglio che nella vita prevalga la ragione? «Nella vita prevale spesso la ragione, ma è bello ogni tanto poter vivere di sogni. Il sogno e la speranza sono parte importante della vita: il teatro aiuta con la sua magia». C'è qualcosa che conti più del successo? «Stare bene con se stessi, trovare equilibrio e armonia. Il successo ti dà, ma è a doppio taglio, ti può lasciare anche solo. Accade a persone di successo di finire alcolizzate e sole». Farebbe del cinema? E della pubblicità commerciale? «Pubblicità ne ho fatta, ma bisogna badare che veicoli una immagine di qualità. Per il cinema non ho avuto sinora proposte serie, ma non lo escludo. Sarebbe una cosa diversa, ma anche divertente e interessante». I suoi gusti in fatto di cinema? «Mi piacciono film che parlano di personaggi, più quelli storico-biografici che i thriller o la commedia facile». A quale qualità un vero artista non dovrebbe rinunciare mai? «Alla purezza dello spirito, alla sincerità delle emozioni, alla integrità emotiva». Ma alla fine viene prima l'uomo o l'artista? «Prima l'uomo: la persona è sempre più importante. È bello essere artisti, ma l'uomo viene prima di tutto».