Nanni Moretti, io nudo per amore di Isabella e in omaggio a Polanski
L'Orso d'oro sarà consegnato dalla giuria presieduta da Costantin Costa-Gavras, affiancato - tra gli altri - dalle attrici Sandrine Bonnaire, Diane Kruger e Shu-Qi e dalla regista Susanne Bier. Ampio spazio è riservato all'Italia. In concorso ci saranno "Caos Calmo" di Antonello Grimaldi, con Nanni Moretti, Isabella Ferrari, Alessandro Gassman, Valeria Golino (e con un cammeo di Roman Polanski nel ruolo del boss), e "Feuerherz" di Luigi Falorni (coproduzione tedesco-austriaca). Tre le pellicole nazionali nella sezione Panorama: "Corazones de mujer" di Davide Sordella e Pablo Benedetti, "Sonetàula" di Salvatore Mereu e "Improvvisamente l'inverno scorso" di Gustav Hofer e Luca Ragazzi. Se l'Orso d'oro alla carriera lo riceverà Francesco Rosi (al quale è dedicata una retrospettiva), nel Forum verrà proiettato "Green Porno", una serie di corti in cui Isabella Rossellini mima la vita sessuale di diversi animali. Sempre nella sezione Forum ci sarà anche "La terramadre" di Nello La Marca. Grande scalpore continua a destare in "Caos Calmo" la scena di sesso (con uno spregiudicato atto di sodomia) tra Nanni Moretti (con il fondoschiena in primo piano) e Isabella Ferrari, già su Youtube. Prima di affrontarla l'attrice ha bevuto un po' di vodka e Nanni un paio di birre. Per la Ferrari è «stata senza dubbio la scena più forte della mia carriera, e non nego che mi ha lasciato un segno, non mi sono ancora voluta rivedere. Nel copione la scena non era descritta e fino all'ultimo non sapevo cosa dovessi fare. Penso che io e Nanni siamo stati bravi, artisti veri. Una volta sul set, non abbiamo fatto prove. Sono andata subito al trucco, evitando gli altri. Quando è arrivato il momento, sono usciti tutti dalla sala. Siamo rimasti solo io, Nanni e un operatore. Abbiamo fatto una prova tecnica, poi abbiamo girato con assoluta verità e realismo, un unico piano sequenza, senza stop, di circa 4 minuti». Non è certo la prima volta che degli attori impegnati girano scene bollenti. A cominciare dal primo nudo di Clara Calamai ne "La cena delle beffe" di Alessandro Blasetti, fino ai ciak piccanti di Edwige Fenech in "Alle dame del castello piace solo fare quello" di Josef Zachar (1967), oggi tra i film cult da collezionare. E come dimenticare le calze erotiche di Laura Antonelli in "Malizia" (1973) di Salvatore Samperi o la sensualità di Charlotte Rampling ne "Il portiere di notte" (1974) della Cavani? Ma di sicuro sono stati i trasgressivi anni '70 a proporre i film più erotici: tra i corpi nudi rotolanti di "Zabriskie Point" di Antonioni (1970), la sequenza del burro riprodotta all'infinito in "Ultimo tango a Parigi" di Bertolucci (1972), le raffinate iniziazioni di "Emmanuelle" (1973) di Jaeckin e i sottili confini tra Eros e Thanatos ne "L'impero dei sensi" (1976) di Nagima Oshima. Mentre furono le mutande bianche di Richard Gere in "American Gigolo" (1980) a scatenare la pruderie del decennio dominato dai cinici yuppy. Ecco i nudi prepotenti di Valery Kaprinsky in "Femme publique" (1984) di Zulawsky e di Maruska Detmers in "Prenom Carmen" (1983) di Godard, fino alle indimenticabili "9 settimane e mezzo" (1986) di Basinger e Rourke nel film di Adrian Lyne e alle torride fantasie di Banderas e Abril in "Legami" (1989) di Almodovar. Il segno erotico degli anni '90 emerge dalle ricerche sessuali di Francesca Neri ne "Le età di Lulù" di Bigas Luna, dalle gambe accavallate di Sharon Stone in "Basic Instinct" di Verhoeven, per declinare nelle notti conturbanti in "Eyes Wide Shut" (1999) di Kubrick con la coppia Cruise-Kidman. Ma è negli anni 2000 che forse viene raggiunto il clou dell'eros con "Brown Bunny" (2003), saggio sul masochismo maschile di e con Vincent Gallo e Chloe Sevigny, persi nella fellatio in un motel. Ed immancabile arriva oggi Ang Lee con "Lussuria", conflitto tra erotismo e potere nella Shanghai degli anni '40.