Israele chiede scusa ai Beatles
moanniversario della fondazione dello Stato ebraico. Nel 1965 proprio il mancato concerto dei Beatles aveva scatenato un acceso dibattito e la generazione emergente si era scontrata forse per la prima volta con i Padri della Patria socialisti e puritani, da David Ben Gurion a Golda Meir. La scusa avanzata dagli «adulti» era meschina. Il Palazzo della Cultura di Tel Aviv, sede dell'Orchestra filarmonica israeliana, era allora nuovo fiammante. Si temeva che i ragazzi di Liverpool scatenassero scene di isteria di massa e che la sala elegante concepita per la musica classica fosse rovinata da «giovinastri yè-yè, coi capelli lunghi e i basettoni». I dirigenti di Israele notavano in quegli anni un calo nel fervore sionista nei giovani. Il periodo epico della Guerra di indipendenza (1948-49) si era concluso e uno degli scrittori che lo avevano vissuto in prima persona, Yizhar Smilansky, deprecava che ormai fra i giovani si fosse creata una «generazione dell'espresso»: alla dura vita dei pionieri preferivano i comodi caffè di Tel Aviv. I balli bucolici nei campi erano stati sostituiti dagli «slow» a luci basse nei salotti borghesi, sulle note di Paul Anka. I burocrati laburisti dell'epoca avevano saputo dei Beatles quel poco che bastava: che erano in odore di tendenze «anti-establishment». Una presa di posizione netta del governo contro i Beatles - che nel 1963 avevano conquistato anche in Israele la guida della Hit Parade - rischiava di provocare proteste. Si preferì l'approccio obliquo: le riserve di valuta estera scarseggiavano, le sterline britanniche erano costose, i fondi destinati al ministero della Cultura si erano quasi esauriti con l'invito di un Circo rumeno. Così il concerto non si fece. Lo scontro con le nuove generazioni era solo rinviato di alcuni anni. I Beatles, in questa vicenda, furono trascinati a loro insaputa. Le scuse, si afferma oggi in Israele, sono comunque un segno di raggiunta maturità dello Stato ebraico, che ben si concilia con i festeggiamenti di maggio. E intanto, è notizia di ieri, Maharishi Mahesh Yogi, il famoso guru dei Beatles che a cavallo degli anni '60 e '70 insegnò loro la meditazione trascendentale, si è ritirato a vita privata alla venerabile età di 91 anni. Lo hanno reso noto alcuni suoi stretti collaboratori.