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di FRANCESCO DAMATO Mai il fantasma di Bettino Craxi è ...

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Come latitanza, essa era quanto meno anomala. Il problema dei rapporti tra politica e giustizia è ancora drammaticamente aperto, come ai tempi appunto di Craxi, anche se alcuni di quelli che ne hanno raccolto o scippato lo spazio e il potere politico, tanto a destra quanto a sinistra, cercano di sostenere il contrario. Essi ritengono imparagonabili, per esempio, le vicende giudiziarie del defunto leader socialista e quelle attuali dell'ormai ex ministro della Giustizia Mastella, inquisito per nomine e forse anche gare d'appalto in Campania, ottenute o solo tentate. Le indagini hanno già procurato arresti domiciliari o carcerari alla moglie di Mastella, al consuocero e ad alcuni esponenti del suo partito, colpiti per numero e simultaneità come in una retata. Le differenze certamente ci sono, mancando accuse di tangenti, ma gli effetti distorsivi dell'azione giudiziaria sul terreno politico, per i tempi e i modi in cui essa si è svolta, sono innegabilmente simili. Ancora una volta si contesta la rilevanza penale di pratiche diffuse e consolidate solo quando riguardano certi uomini o partiti. Ed ora come allora si è tornati a stendere, da parte dei giustizialisti di turno, di sinistra e di destra, una coperta troppo larga a difesa della magistratura, in nome della sua autonomia e indipendenza: a difesa anche di quelle che Mastella, con la sfortunata esperienza acquisita di guardasigilli, oltre che di inquisito, ha chiamato "frange estremiste". Esse esistono, eccome, ed hanno potuto a lungo contare su "atteggiamenti ultradifensivistici del Consiglio Superiore della Magistratura", come li ha appena definiti con spirito evidentemente autocritico l'insospettabile Scalfaro,che ne fu presidente dal 1992 al 1999. Temo che siano purtroppo ancora in molti a non rendersi conto di questa realtà. Mi ha sconcertato, a questo proposito, l'esito di un sondaggio effettuato da uno dei maggiori giornali sulla proposta di Bobo Craxi di realizzare per la televisione un film sul padre, per il quale persino il governo presieduto da D'Alema otto anni fa si dichiarò pronto a far celebrare funerali di Stato, riconoscendo la valenza politica dell'uomo. Solo il 34,5 per cento dei lettori ha risposto sì a quel sondaggio. Il 64 per cento ha detto no, pur avendo appena contribuito probabilmente agli alti indici di ascolto ottenuti nelle settimane scorse dai film televisivi su Reina e Provenzano.

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