L'Operazione Bernhard dei nazisti, una truffa da 134 milioni di sterline
A realizzare "Il falsario - Operazione Bernhard", in uscita dal 25 gennaio nelle sale distribuito da Lady Film, è stato il regista austriaco Stefan Ruzowitzsky. L'Olocausto viene narrato attraverso una racconto vero, ma poco conosciuto, della più grande falsificazione di denaro della storia, organizzata dai nazisti sfruttando le capacità di oltre 140 ebrei radunati dai campi di concentramento di tutta Europa e costretti a collaborare. Candidata dell'Austria all'Oscar come miglior film straniero, la pellicola è considerata dai critici americani fra le favorite per la statuetta. A presentare il film, a Roma, sono arrivati il regista e uno dei veri protagonisti della vicenda, Adolf Burger, oggi novantenne, dal cui libro, "The Devil's Workshop" (L'officina del diavolo), Ruzowitzky ha tratto la sceneggiatura. «Per me, austriaco vissuto in Germania, nipote di nonni nazisti e cittadino di un Paese nel quale si continuano a votare partiti populisti di destra - ha spiegato il cineasta - questa storia è stata il modo migliore per confrontarmi con un passato che molti ancora oggi non vogliono affrontare. Basti pensare che l'unico Paese il cui film (già venduto in 60 Paesi) finora, è andato male, è proprio la Germania. Nonostante si consideri ormai l'Olocausto un crimine contro l'umanità, sono ancora in molti fra i tedeschi a reputarlo una specie di brutto effetto collaterale di un sistema che era per l'ordine e che ha prodotto anche cose buone come le autostrade o i treni in orario». I nazisti, per realizzare la truffa, utilizzarono oltre 140 ebrei provenienti da 13 nazioni che, dai lager di mezza Europa, furono trasferiti nel campo di Sachsenhausen. Qui vivendo in una gabbia dorata, con un letto caldo, cibo a sufficienza e altri benefici impensabili per gli altri prigionieri che morivano nelle baracche accanto alle loro, furono raggruppati tipografi, pittori, rilegatori, impiegati di banca. E anche quello che all'epoca veniva considerato il re dei falsari, Salomon Sorowitsch (Karl Markovics), messo a capo del progetto per la creazione della valuta falsa. Il film mette in scena il dilemma morale dei falsari: piegarsi al volere dei nazisti per salvare la vita propria e dei compagni o boicottarli, come nel film prova a fare il tipografo Adolf Burger (August Diehl). «Ogni sera io andavo a dormire con la consapevolezza di essere un morto che cammina, non avrei mai pensato di uscire vivo da lì con quel segreto - ha ricordato il vero Burger, che prima di essere portato a Sachsenhausen fu internato ad Auschwitz dove sua moglie era stata uccisa -. Dal 1972, quando iniziarono a circolare bugie dei nazisti sull'Olocausto, decisi di scrivere il libro e di raccontare la mia storia agli studenti. Dal 1980 ne ho incontrati oltre 95 mila».