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Tiberia de Matteis Il contatto con la gente sembra una ...

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L'esperienza scenica, ritrovata dopo «Menomale che c'è Maria» nel 2001 e una «Lisistrata» estiva con Walter Manfrè, corrisponde a una nuova stagione di vita dell'attrice che però non intende rinunciare al piccolo schermo. Cosa le piace del teatro? «Sono molto fortunata in quanto interpreto un testo che diverte molto il pubblico come è già accaduto in passato. Mi emoziona il rapporto diretto e quotidiano con gli spettatori che non puoi avere con la televisione, dove si aspettano sempre i dati dell'audience del giorno dopo. L'applauso a scena aperta poi è una vera libidine! Il palco è una scuola di vita per tutto il tempo: impari e affini sempre il tuo mestiere. Sono anche incline a osservare molto gli altri quando recitano». Quali sono stati i suoi maestri? «Sicuramente Pietro Garinei. Tutte le sere veniva in camerino a fornire nuove indicazioni. Ti diceva che mentre avevi cantato quel determinato brano avevi accavallato la gamba destra sulla sinistra e non viceversa, come lui aveva segnalato. Ogni dettaglio diventava fondamentale e a lui non sfuggiva nulla». C'è un segreto per una buona conduzione televisiva? «Il mio scopo è dare serenità alle persone, sapendo tenere compagnia come se si trattasse di ospiti da accogliere nella propria casa con allegria e dolcezza. Un altro aspetto determinante è straniarsi dai temi troppo forti: credo di aver agito bene quando mi sono scagliata contro il contadino di "Un, due, tre, stalla" che si proclamava in favore della lapidazione delle donne. In quel caso, per esempio, ritengo che abbia funzionato il trio formato con Maria De Filippi e Sabina Gregoretti per un programma in crisi che siamo riuscite a riportare a un buon livello. Reputo, invece, errori da evitare la presa in giro gratuita di qualcuno o l'esibizione di nudità inutili». E lei che trasmissioni privilegia da casa? «Guardo molto poco la televisione e quelle rare volte che l'accendo cerco di soffermarmi sui telegiornali o sull'approfondimento». Come descrive questa fase della sua vita? «È un momento di grande conoscenza di me stessa. Dopo un anno molto ingrato con me sia per la salute sia per i sentimenti, mi rendo conto di essere in risalita e di preparare una rinascita. Anche nel lavoro considero sempre archiviate le opportunità concluse e spero di appagare la mia voglia di rinnovarmi. Il progetto più vicino è una conduzione quotidiana da alternare con le repliche teatrali destinate a concludersi a maggio».

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