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«C'era una volta la Rca», tra nostalgie e grandi voci

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La Radio Corporation of America esisteva negli States fin dall'inizio del secolo, un marchio storico e prestigioso, legato non soltanto alla discografia, agli artisti, al repertorio, ma anche ai supporti tecnici, ai brevetti, alla radiofonia. Già nel 1954 la neonata Rca Italiana metteva sotto contratto Nilla Pizzi e Katyna Ranieri, lanciando un giovanissimo Domenico Modugno. Il presidente Giuseppe Ornato, il direttore generale Ennio Melis, il direttore artistico Vincenzo Micocci seppero mettere in piedi un cast di artisti straordinari. Quando nel 1962 venne inaugurato lo stabilimento al dodicesimo chilometro della Tiburtina (studi, pressaggio, stampa, grafica, uffici, ecc.) la Rca era già la casa discografica n.1. Nico Fidenco, Jimmy Fontana, Gianni Meccia, Edoardo Vianello, i Flippers, quasi sempre con gli arrangiamenti di Ennio Morricone e Luis Bacalov, vendevano dischi a milioni, e da lì a breve si aggiunsero Rita Pavone, Gianni Morandi, Sergio Endrigo, Gino Paoli, LuigiTenco, Nada e altri campioni dell'hit parade. Senza parlare del catalogo internazionale, che comprendeva quasi tutti gli americani più popolari: Elvis Presley, Paul Anka, Harry Belafonte, Neil Sedaka, Sam Cooke e tanti altri. Gli anni '60 e in generale l'epopea del 45 giri, fu la grande stagione della Rca, che trionfò con i suoi artisti in tutte le principali gare canore dell'epoca, dal Festival di Sanremo al Cantagiro, da Canzonissima al Disco per l'Estate. Quando arrivarono gli anni '70 l'industria discografica era al suo giro di boa: declino dei 45 giri, trionfo degli album, dei temi impegnati e dei cantautori, ma la Rca continuò a svolgere un ruolo primario. Ennio Melis e i suoi seppero sfornare artisti del calibro di Patty Pravo, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Renato Zero, Ivan Graziani, Riccardo Cocciante, Stefano Rosso, Rino Gaetano. A raccontare quella gloriosa stagione è ora Maurizio Becker, unitamente a Lilli Greco, produttore e talent scout, in un libro illustrato e di grande formato dal titolo "C'era una volta la Rca" (Coniglio Editore). Un racconto epico e festoso, sul filone del ricordo, che qualche volta non può non sfiorare nella malinconia, soprattutto se si pensa che in quei storici locali oggi c'è un deposito.

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