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Il magico potere della musica

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Si amano intensamente una notte dopo aver suonato in concerto ciascuno per proprio conto e subito vengono separati, anche se Lyla, come conseguenza, avrà un figlio che suo padre si affretterà a dare in adozione facendolo credere morto in un incidente. Seguiamo questo bambino. Con quei due genitori, è un genio musicale, sente la musica nell'aria, nei rumori, nei suoni e quando non tarda a eseguirla, prima in orfanotrofio poi in strada, fra i barboni, si fa acclamare da tutti, anche da un avventuriero pronto a speculare sulle sue doti traendo grossi guadagni dalle sue esibizioni. Il bambino, però, non suona soltanto perché la musica lo possiede, ma perché è sicuro che i suoi genitori lo riconosceranno e si faranno finalmente vivi con lui. Loro, intanto, feriti dalla separazione forzata, si cercano a loro volta e Lyla, a un certo punto, si mette a cercare anche il bambino quando il padre, in punto di morte, le rivela che è vivo. Per il finale, preparare i fazzoletti... Nonostante i fazzoletti, tuttavia, la favola non è né melensa né troppo vittima di patetismi. L'ha scritta Nick Castle, cui Steven Spielbeg aveva chiesto di scrivere la bella sceneggiatura di "Hook-Capitan Uncino", e l'ha realizzata una giovane irlandese, Kirsten Sheridan, che il cinema l'ha imparato al seguito del suo più celebre papà Jim Sheridan. L'amore fra i due giovani è seguito con cura, con passaggi teneri ma non proprio sdolcinati, l'avventura di quel bambino, fra la musica, l'ansia di trovare i genitori, le difficoltà anche aspre che incontra sul suo cammino è dosata con garbo affettuoso, in cifre che, pur dando spazi ampi ai sentimenti -e, qua e là, anche al sentimentalismo- restando limpide e senza eccessive forzature; pur concedendosi, al momento di concludere, tutti gli effetti più adatti per commuovere, anche al di là di un'asciutta verosiglianza narrativa. Gli interpreti partecipano convinti, a cominciare dal bambino che è, con accenti teneri ma anche decisi, il piccolo Freddie Highmore, già visto, e apprezzato, ne "La fabbrica del cioccolato" di Tim Burton. Lyla, bella e dolce, è Keri Russell, che si ricorderà con romanticismi eguali, in "Waitress", Louis è Jonathan Rhys Meyers, il marito cinico di "Match Point" di Woody Allen. Qui è l'opposto e canta persino tre canzoni. Con i sospiri giusti.

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