Secoli di fede sulle orme del santo guerriero
Edè forse per questo che l'augurio che si fa a chi intraprende il percorso è Ultreya, dal latino, "sempre più avanti", oppure suseya, "sempre più in alto".Con Roma e Gerusalemme, Santiago è un pellegrinaggio delle Fede di antica memoria, e le strade francese e portoghese che portano alla basilica sono state dichiarate patrimonio dell'Unesco nonchè percorsi culturali europei. Impossibile non rimanere senza fiato, alla fine di un percoso che si snoda tra montagne e colline verdeggianti, con tappe in antichi «ospizi» di monaci o moderni agriturismi, alla vista della basilica della città gallega, una grandiosa struttura romanica in granito con due torri di epoca medievale, con le porte d'accesso su tre lati, e ancor più davanti all'altare, nella Capilla del Pilar, sontuosamente barocca. La tomba di san Giacomo è collocata nella cripta sottostante l'altare maggiore, e il pellegrino per devozione abbraccia tre volte il busto d'argento del santo, decorato con pietre colorate che oggi sostituiscono quelle che un tempo erano rubini, smeraldi e topazi. Prima dell'attuale segnaletica contraddistinta da una conchiglia stilizzata, era la via Lattea che indicava il percorso ai pellegrini per raggiungere il sepolcro di Santiago, nome contratto dell'apostolo San Giacomo, il santo-guerriero, denominato "matamoros" uccisore dei mori, un sepolcro indicato nell'anno 813 all'eremita Pelayo da una pioggia di stelle sopra ad un colle, Compostela. Facce multietniche s'incontrano nella piazza del duomo di questa città universitaria: giovani, anziani, professionisti, suore, giovani, donne e uomini provenienti da tutta Europa, almeno cinquecento mila l'anno dall'Italia, e moltissimi dal Sudamerica grazie a Coelho. Pellegrino d'eccezione fu 25 anni fa Giovanni Paolo II che è stato ricordato con una speciale celebrazione lo scorso 9 novembre. Una messa solenne, concelebrata dall'arcivescovo mons. Julian Barrio, quasi un «piccolo papa». «Ospiti» della messa una delegazione della provincia di Rieti che ha chiesto di unire il Cammino di Santiago con il Cammino della Via Francigena Orientale e con il Cammino di Francesco della Valle Santa. E rito nel rito la purificazione spirituale con il «botafumeiro», il grande incensiere d'argento, alto un metro e pesante 50 chili, che viene fatto oscillare da 8 uomini, i "tiraboleiros" tra lo stupore e la suggestione che soltanto alcune ritualità religiose sono in grado di trasmettere. Fede, bisogno di solitudine, ricerca dell'anima, sfida con la natura o soltanto turismo «povero»: tanti motivi per intraprendere un pellegrinaggio che oggi più che mai sta diventando di moda. È forse per questo che gli amministratori della Galizia si preoccupano molto dell'accoglienza materiale e meno di quella spirituale. È forse per questo che Wojtyla dal Portico della Gloria in gallego gridò come solo lui sapeva fare: «Vi chiedo, dal profondo della mia anima, di non trascurare ciò che vi appartiene: il retaggio storico di san Giacomo».