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Un amore difficile da capire arrivato dall'Argentina

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Seguite a Hollywood da film di serie qualità come "Ironweed", con Jack Nicholson e Meryl Streep, e "Giocando nei campi del Signore", con Kathy Bates e Tom Waits. Adesso, tornato in Argentina, si è rivolto a un romanzo dello scrittore argentino Alan Pauls, "Il passato", che si può leggere anche in Italia pubblicato da Feltrinelli. Il tema è l'amore ossessivo che addirittura distrugge chi ne è oggetto. Si comincia a Buenos Aires, il giorno in cui si festeggiano i dodici anni di matrimonio di una coppia in apparenza felici, Rimini e Sofia. Invece hanno deciso di lasciarsi e sulle prime Sofia sembra prenderla bene; anche quando l'ex marito si sposa una seconda volta ed ha un figlio. Lei, in realtà, non ha affatto chiuso con i propri sentimenti, anzi, li ha esaltati a tal punto, pur nascondendoli attorno a varie finzioni, che il povero Rimini via via ne è annientato. Perseguitato, circuito, fatto segno a continue, perentorie invadenze, non solo vede messi a rischio tutti i suoi nuovi legami, ma assiste impotente al crollo del suo sistema nervoso. È interprete di professione e, all'improvviso, dimentica le lingue dalle quali traduce, perde il lavoro, la stima degli altri, persino il figlio che a un certo momento gli viene sottratto. Mentre Sofia sempre più si impossessa di lui, dominandolo. La salvezza solo alla fine. Una storia a dir poco curiosa e in molti punti, per la sua stranezza, ostica a seguirsi. Babenco, che l'ha riscritta, l'ha asciugata molto rispetto al romanzo, stringendola il più possibile attorno alle vicissitudini dello sfortunato protagonista, ma anche così non gli è riuscito sempre di approfondire e chiarire le sue reazioni psicologiche, rappresentandolo spesso solo come una vittima la cui incapacità di difendersi finisce per essere soprattutto imputabile al disordine psichico di cui è sempre più affetto. Quell'amore nero che lo soffoca è seguito tuttavia con una certa pertinenza, suscitando a tratti anche dei momenti di emozione. Sostenuti da una regia che, con immagini quasi incolori, per farci sentire, non solo simbolicamente, le luci fredde dell'inverno di Buenos Aires, osserva sempre molto da vicino l'itinerario stravolto di tutti quei personaggi. Al protagonista dà volto con misurato sconforto, Gael García Bernal, già visto di recente in "Babel" e, nel 2004, ne "La Mala Educatíon" di Almodóvar.

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