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Carlo Antini [email protected] «I leader politici non ...

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Roberto Vecchioni, nel suo nuovo lavoro la politica è messa un po' da parte. È il segnale di una sorta di disillusione? «No. Non sono un disilluso. Penso soltanto che i leader politici non siano credibili. Apprezzo Fassino e il partito democratico ma voglio vedere i fatti, quelli che non ci sono stati né con il governo D'Alema né con quello Berlusconi. La Sinistra non è sempre lucida e l'attuale Governo deve migliorare la comunicazione. Ci sono troppi battibecchi e questo mi dà fastidio». La sua critica colpisce entrambi gli schieramenti? «Sì. L'Italia è diventata un fenomeno da baraccone. Ma devo dire la verità, nello staff di Fini ho incontrato persone oneste e l'onestà è una costante della Destra italiana. Sono persone coerenti che credono in quello che fanno». La situazione di stallo coinvolge anche il mondo della scuola? «La scuola è un vero casino e non è neppure riformabile in tempi stretti. Ci vogliono almeno dieci anni e il lavoro di poche persone. Le commissioni troppo numerose non servono proprio a niente» Ce l'ha la ricetta per uscire dalla crisi? «Bisogna cambiare i valori che si trasmettono. Ai giovani manca un'educazione emotiva: vogliono salire nella scala sociale ma non conoscono la bellezza e l'arte. In altre parole non sanno cosa sia l'umanesimo». Tornando alla musica, qual è il filo conduttore del nuovo album? «L'equilibrio tra parole e note. Dentro c'è tutto, dalla canzone d'autore a quella popolare, dal rock agli chansonnier francesi. Sono molto soddisfatto del mio lavoro e continuo a credere in me». «Di rabbia e di stelle» è una sorta di viagggio verso la speranza. Dove ha tratto ispirazione? «Negli ultimi anni ho attraversato momenti molto difficili che hanno riguardato anche la mia sfera privata. È il dolore che mi ha spinto verso la Fede. Ci sono situazioni da cui non si esce se non aggrappandosi a qualcosa che va oltre il visibile». Nelle librerie è appena arrivato «Di sogni e d'amore», una raccolta di poesie scritte tra il '60 e il '64. Come nasce l'idea? «Per caso. Le poesie sono state raccolte da mia madre e conservate negli anni. La pubblicazione è stata decisa praticamente a mia insaputa».

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