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«Il mio giorno di digiuno per la guerra in Iraq»

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Zevi è uno dei personaggi di maggiore importanza per l'ebraismo italiano. Costretta a fuggire dall'ira nazista in Svizzera, in Francia e poi in America dove ha formato la sua personalità attorno a un tavolo, in famiglia. Nel suo libro, colloquiando con Nathania, alterna i racconti dei momenti più bui della sua vita, a quelli che l'hanno resa la determinata giornalista ebrea presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, che vent'anni fa ebbe l'onore di firmare l'Intesa tra la sua religione e lo Stato italiano. E nelle sue parole riecheggia la Storia di questo secolo appena tramontato. Dalla visita di Papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, agli incontri con Golda Meir o Yitzhak Rabin. Ma anche quelli con Arafat, Sofia Loren e la famiglia Clinton. Del mondo ha una sua visione, quella ebraica miscelata a una forte volontà di pace. «Quando l'America decise di intervenire in Iraq digiunai come segno di rifiuto contro qualsiasi guerra».

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