Redford e Cruise
Nella pellicola, dall'impianto teatrale, fuori concorso alla Festa di Roma e a Natale sugli schermi italiani, Redford, da sempre schierato in battaglie pacifiste, progressiste e ambientaliste, impartisce un'autentica lezione con un pizzico di retorica. L'intervento americano in Iraq e in Afghanistan viene messo duramente in discussione: Streep è una giornalista televisiva che in passato ha creduto nel politico Cruise. Ma quando lui, senatore in corsa per la presidenza, la convoca per un presunto scoop sulla nuova strategia bellica americana in Afghanistan, lei è diffidente e sente puzza di strumentalizzazione. Poi, davanti al suo capo che la sprona a diffondere il pensiero del senatore, sarà costretta a prendere una decisione. La decisione l'hanno intanto presa due allievi dell'idealista professore universitario Robert Redford: sono partiti volontari per l'Afghanistan, per spericolate azioni militari dettate dalla strategia del senatore Cruise. «Da giovane non mi importava niente della politica, ho cominciato a interessarmene quando sono venuto a Firenze a studiare l'arte: altri studenti mi facevano domande a cui non sapevo rispondere, da allora ho iniziato a vedere la politica americana in un'ottica europea. Il mio non è un film sulla guerra ma sugli effetti della guerra: sul ruolo dei media, dell'istruzione, della politica. In Usa negli ultimi anni abbiano perso vite umane, stabilità finanziaria, perfino la nostra posizione di rispetto sulla scena internazionale. Non credo nei film di propaganda e nemmeno nella necessità delle star in un festival: al Sundance puntiamo solo a scoprire cineasti nuovi». Per Tom Cruise, che ha apprezzato Veltroni per l'idea del festival capitolino, «la guerra non risolve nulla: occorre più comunicazione e rispetto reciproco. Ho reso il mio personaggio il più realistico possibile. Lavorare con Redford è stato straordinario, la sua forza intellettuale mi ha guidato sul set. Anche se gli occhi di Meryl Streep li vedevo come in un'inquadratura del suo celebre film, "La mia Africa": lei è sempre state nei miei sogni. Spero che vedendo il film i giovani siano meno cinici e apatici».