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«Giorni e nuvole»

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Questo il tema centrale del film "Giorni e nuvole" di Silvio Soldini, accolto da lunghi applausi ieri nella sezione Première della Festa di Roma, grazie anche alla superba interpretazione di Margherita Buy e Antonio Albanese, e da venerdì nelle sale distribuito da Warner Bros. «Dopo l'intimista "Pane e Tulipani" e il surreale "Agata e la tempesta" volevo fare un film molto legato alla realtà - ha svelato il regista -. L'ho ambientato a Genova perché è una citta artistica, non solo perchè rappresenta l'attualità sociale del nostro paese. La storia è quella di una coppia borghese che va digregandosi dopo che il marito, da dirigente qual era, perde d'improvviso il lavoro. La moglie, una restauratrice, a quel punto si rimbocca le maniche e risolleva le sorti della famiglia. Vince la speranza e soprattutto la consapevolezza di capire cosa davvero interessi di più a loro: il denaro o i sentimenti?». Il film, prodotto da Lionello Cerri con la bella fotografia di Romiro Civita, «mi ha coinvolto immediatamente - ha detto Albanese -. Ho fatto l'operaio, sono figlio di operai e non ho mai dimenticato quel mondo che ho raccontato a teatro con "Giù al Nord". Un mio amico che ha perso il lavoro come il mio personaggio, per un mese ha avuto lo sguardo fisso per lo choc, l'umiliazione e la vergogna. E la cosa grave è che non mi sono stupito di quel mio coetaneo che due settimane fa si è suicidato perchè non riusciva a pagare il mutuo: conosco bene queste situazioni. Nel film è l'amore della moglie che aiuta la risalita». La pellicola punta anche sulla lenta ma inesorabile discesa di una coppia borghese in caduta libera, dove la Buy ha scoperto che Albanese è più nevrotico di lei: «Grazie a lui mi sono placata, ero io che dovevo calmare le sue ansie, il colmo! Il mio personaggio è una moglie che riesce a reagire in maniera concreta allo sfaldamento delle certezze. Una parte che mi ha permesso di riscattarmi dagli ultimi ruoli che mi avevano vista come donna non mata, tradita e sottomessa ai sentimenti maschili».

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