Doris Lessing, il Nobel premia l'ironia in rosa
E la «scala reale» l'ha fatta davvero, visto che lei, marines dei diritti femminili, gli altri riconoscimenti letterari li ha avuti tutti. La scrittrice, che vive a Londra, ha saputo due ore dopo l'annuncio di Stoccolma di aver vinto il Nobel dai cronisti, quando è scesa da un taxi che l'ha riportata a casa dopo aver fatto degli acquisti. «Ho vinto tutti i premi d'Europa, ogni dannato premio - ha detto col suo colorito e ironico modo di fare - così sono felice di vincerli tutti. È come al poker, ho fatto una scala reale». Doris May Taylor, questo il suo vero nome, da decenni scrive con penna energica e poetica, triste e forte all'universo femminile. È tra le più prolifiche scrittrici britanniche con oltre cinquanta titoli. Figlia di un ufficiale dell'esercito britannico, da bambina ha vissuto, oltre che in Persia, in Rhodesia, oggi Zimbabwe. Proprio in Rhodesia iniziò a leggere, in maniera forsennata, i libri che ordinava la madre, tramite catalogo, a Londra. Un matrimonio a 19 anni, due figli, poi subito il divorzio. Nel '49 arriva a Londra e da allora vivrà sempre in Europa. Doris Lessing è diventata un'icona del femminismo suo malgrado: da quando le femministe si sono appropriate de «Il taccuino dorato» (1962) facendone la Bibbia del movimento, l'autrice non ha cessato di lanciare attacchi proprio all'indirizzo delle sue seguaci: «Non mi interessa essere un'icona femminista - disse in un'intervista - quello che non sopporto di questo movimento è che abbia prodotto alcune delle persone più petulanti e incapaci di autocritica che mai si siano viste al mondo». Comunque definire la Lessing «femminista» è riduttivo visto il suo impegno per i diritti civili e soprattutto contro il razzismo. Tra le sue opere più celebrate, «L'erba canta», e anche un ciclo fantastico, «Canopous in Argos». l'editrice Inge Feltrinelli, appreso del Premio Nobel per la letteratura alla Lessing ha detto: «Sono strafelice, perché ha vinto una grande scrittrice e anche una mia grande amica. Questo premio è al tempo stesso una grande vittoria delle donne». Delle donne sì, ma certo non degli italiani che fino all'altro giorno guardavano con speranza al Nobel. Tre scrittori del Belpaese, secondo le previsioni della grande compagnia britannica di bookmakers Ladbrokes, comparivano fra i favoriti al Nobel: Claudio Magris, autore del romanzo «Il Danubio», Antonio Tabucchi e Umberto Eco piazzato, tra i papabili, al trentasettesimo posto. Eco, con il suo inossidabile spirito, ha commentato così: «Doris Lessing meritava assolutamente questo premio. Sono felice per lei, ma non quanto lei». L'autore del bestseller internazionale «Il nome della rosa» ha tuttavia sottolineato, con un certo disappunto, come ancora una volta il premio svedese sia andato a uno scrittore inglese. Solo nel 2005 la Reale Accademia di Stoccolma aveva premiato il drammaturgo Harold Pinter. Una polemica, nel giorno del Nobel alla letteratura, che non mancherà di essere ripresa.