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Vedova rilancia la pittura italiana

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E invece, ingiustamente, la parziale fama di Vedova corre esclusivamente fra Italia e Germania. Del resto questo è, più o meno, il destino di gran parte della migliore arte italiana del '900, mai promossa e sostenuta all'estero dalle nostre istituzioni pubbliche. In questo contesto merita quindi un plauso la magnifica mostra antologica, curata da A. Rorro e A. Barbuto, che a Vedova dedica fino al 6 gennaio la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, tornata al suo ruolo di servizio pubblico sotto l'illuminata Soprintendenza di Maria Vittoria Marini Clarelli. Ne viene fuori un artista di altissimo livello, capace oltre tutto di sfatare il luogo comune secondo cui le ricerche astratte e informali sarebbero disimpegnate e decorative. Ogni sua opera, al contrario, gronda di impegno civile e sociale, di un irrefrenabile desiderio di rivolta contro tutte le ipocrisie che si nascondono dietro guerre ed eccidi. Vedova ha sempre dipinto lo scontro drammatico di situazioni contrastanti in cui è immerso l'uomo contemporaneo. E non è cosa da poco.

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