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Panariello alla riscossa: «Mi do al teatro La mia tv non è abbastanza deficiente»

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«Sono molto emozionato per il mio debutto personale nel tempio dello spettacolo romano, dove si sono esibiti mostri sacri come Manfredi, Fabrizi, Totò e Proietti». Lo spettacolo di Panariello è un'esilarante passerella dei suoi personaggi televisivi più famosi, da Renato Zero a Naomo, mischiati a canzoni e riflessioni leggere nella forma, ma pesanti nella sostanza. Dopo la dissertazione ironica sull'evoluzione da homo sapiens a uomo vogue Panariello conferma il suo impegno animalista a favore di associazioni come LAV e Lega del Cane con un monologo agrodolce a tratti struggente contro l'abbandono degli animali. Nel finale battute comiche con il contagocce ma una pioggia di lacrime commosse per la straordinaria interpertazione dell'anziano che ricorda a tutti noi che «la solitudine è una prigione a cielo aperto». «Io sono stato abbandonato in fasce e cresciuto dai nonni. Quando avevo vent'anni e mia nonna non c'era più, ricordo che vedevo il nonno giocare a briscola da solo: gli dicevo sempre "domani gioco con te". Ho sempre rimandato a domani, così oggi ho il rimpianto di non aver mai giocato quella partita».

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