Per tutti era diventato il cantante col saltello «Quando vien la sera», il brano più famoso
Era nell'Ospedale Santo Spirito di Pescara, città dove abitava. Era stato ricoverato nei giorni scorsi, dopo un ictus. di DARIO SALVATORI ANCHE quest'anno aveva sperato fino all'ultimo momento. Per lui, genovese doc ma da anni sanremasco di adozione, il Festival era qualcosa di sacro. Come molti della sua generazione non ci metteva piede da anni, però viveva quei giorni con entusiasmo quasi fanciullesco in memoria dei vecchi tempi. Joe - per gli amici Rino - aveva compiuto 82 anni il 3 marzo scorso, proprio durante i giorni del Festival e la memoria corre all'edizione del 1960, quando arrivò terzo con "Quando vien la sera", piazzando in finale anche "È mezzanotte". Ma al di là del Festival di Sanremo, la carriera di Sentieri, costellata di enormi successi ma anche di amarezze e passi falsi, era cominciata molto prima, intorno alla metà degli anni Quaranta. Di giorno scaricatore di sacchi di carbone al porto di Genova, di notte intrattenitore nelle taverne di via Gramsci. Già allora guidava un'orchestra che suonava un po' di tutto: romanze, canzoni americane, francesi, napoletane, ballabili, tutto ciò che potesse far divertire un pubblico bonario ma disposto anche alla contestazione. La fortuna arriva improvvisa nel 1947, quando l'armatore greco Reussenglon lo ascolta e lo scrittura per uno dei suoi transatlantici, l'Atlantic, con cui sbarca negli Stati Uniti. Sulle navi Joe Sentieri affina il suo stile, canta in francese, inglese, spagnolo, tedesco, italiano e all'occorrenza genovese, napoletano e siciliano, acquistando una sicurezza da autentico showman. È proprio sulle navi che avviene, per un'altra casualità, l'"incidente" destinato a caratterizzare il suo modo di stare sul palco. Durante una traversata, causa mare grosso, per non cadere dal palco, alla fine di una canzone, spicca un salto e scende in pedana. Il gesto viene interpretato dal pubblico come una trovata scenica e l'esperimento viene ripetuto, sempre richiesto con insistenza dal pubblico. Alla fine Sentieri diventa il "cantante con il saltello", un'identificazione, certamente, ma forse un po' poco per un performer che possiede talento da vendere. Nel 1949, a New York, diventa il primo cantante bianco ad esibirsi al "Paradise" di Harlem e il primo europeo a vantare un contratto con la rete televisiva Cbs. È popolarissimo, guadagna un mucchio di soldi ma soffre di nostalgia: rientra in Italia, investe i suoi soldi in un hotel in Liguria, perde tutto e ricomincia da capo. La storia si ripete nel 1957: diventa popolarissimo e super-pagato in Argentina, ma nei giorni di Natale dell'anno dopo non resiste più, vuole il suo mare. Il periodo 1959-'62 è quello del grande successo discografico: Sanremo, Canzonissima, il Musichiere, una serie di "musicarelli" indimenticabili (fra cui il celebre "Urlatori alla sbarra") e soprattutto canzoni come "Ritroviamoci", "Milioni di scintille", "Welcome to Rome" che dominano le hit parade. Ma Joe sperpera quattrini e non è in grado di amministrare il suo successo. Nel 1961, attratto da un contratto più vantaggioso, litiga con i suoi discografici e soprattutto con Carlo Alberto Rossi che aveva scritto per lui "Le mille bolle blu". La canzone, rifiutata da Sentieri, finisce a Mina, che guarda caso ne farà il suo biglietto di ingresso nel grande giro. Nel 1962 è ancora al Festival di Sanremo con "Cipria di sole", un elegante brano scritto dal poeta e scrittore napoletano Giuseppe Marotta. La canzone non ottiene successo e Sentieri ci rimane malissimo. Ancora peggio il Sanremo dell'anno dopo, quando non riesce nemmeno ad entrare in finale. Da quel momento inizia il suo declino, non imbrocca più una canzone e gli autori più in voga smettono di pensare a lui come interprete ideale. Dopo un lungo silenzio torna a farsi vivo alla fine degli anni Sessanta: ha i capelli lunghi, la barba. Si presenta in veste di cantautore, canta preferibilmente in francese, presenta anche qualche buon brano, fra cui "La ballata del cavallo", "Quattro ragioni per non amarti" (portata al succ