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Torneranno nella Capitale quarant'anni dopo

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il loro debutto al Palaeur

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Le loro facce non ancora intagliate dal tempo fecero capolino dal palco, mentre il sole proiettava le onde lunghe del pomeriggio sulla platea del Palaeur. Era il 6 aprile 1967, i Rolling Stones si stavano avventurando verso la loro stagione "diabolica", ma quel giorno dovevano solo pensare a tener duro fino alla replica serale. Preceduti in scena dai fischiatissimi Al Bano e Fiammetta, e presentati da un intrepido Silvio Noto (il padre di tutti i pippibaudi), Jagger e compagni elettrizzarono i fans in ben due concerti. Mick improvvisò un mezzo spogliarello prima di coprirsi con una bandiera inglese, e qualcuno tra gli invitati vip - Alberto Sordi, Jane Fonda, Vittorio Gassman, Ursula Andress - si finse imbarazzato. A notte, tutti al party a casa di Gina Lollobrigida: vista la fama degli Stones, in quel periodo sotto processo a Londra per detenzione di droga, il primo pensiero era di non farsi compromettere. Poi tornarono, sempre al Palasport, il 29 settembre 1970. L'atmosfera era tesa, perché mesi prima, al Festival di Altamont in California, gli Hell's Angels avevano assassinato uno spettatore di colore. A Roma andò bene, ma due giorni dopo a Milano ci furono tumulti, e la polizia arrestò 63 persone. Una terza tappa capitolina ci fu il 25 e il 26 luglio 1990, quando scesero allo Stadio Flaminio per due esibizioni dell'"Urban Jungle Tour", ma i rapporti interni al gruppo erano sull'orlo del collasso: e sembrava una curva del declino presa a tutto gas. Invece, quarant'anni dopo, eccoli di nuovo. E pare quasi uno scherzo del nuovo secolo, veder spuntare Jagger in diretta su Internet per l'annuncio del segmento europeo del "Bigger Bang Tour 2007". La band suonerà allo Stadio Olimpico il 6 luglio, per un'unica data italiana: ancora da decidere le modalità per l'acquisto dei biglietti, ma di sicuro sarà un nuovo trionfo, dopo gli incassi stratosferici (un record di 437 milioni di dollari) del giro mondiale 2005-2006. D'altra parte, chi li ha visti in azione a San Siro l'11 luglio dell'anno scorso ha potuto notare che, malgrado gli acciacchi dell'età, quando sono in forma gli Stones restano impareggiabili. Ieri Mick ha ricordato la data milanese come un momento «fantastico»: era in effetti la ripartenza del tour dopo troppi show cancellati a causa della misteriosa caduta di Keith Richards da una palma alle isole Fiji, con conseguente operazione alla testa. E lo stesso cantante aveva per due volte accusato una fastidiosissima laringite. «Ma quella sera gli italiani ci accolsero in modo estremamente caloroso, per via della vittoria della Nazionale ai Mondiali, 48 ore prima». E loro, che all'ultimo bis accolsero sul maxipalco anche Del Piero e Materazzi, suonarono come mai negli ultimi vent'anni. Come regalo per il pubblico meneghino ci fu anche «Con le mie lacrime», versione tricolore di «As tears go by», uno dei loro preistorici successi affidato in origine alla voce di Marianne Faithfull, la bionda fidanzata di Mick negli anni ruggenti. Lui l'ha richiamata solo nel novembre scorso, dopo decenni di incomunicabilità: Marianne era stata appena operata per un tumore e, ripeté poi, «non riuscivo a smettere di pensare come fosse stato carino a telefonarmi». Il calendario dei concerti è fittissimo: si parte il 5 giugno da Werchter, in Belgio e si finisce a Londra il 21 agosto, per un itinerario che tocca più di 20 Paesi del Vecchio Continente, con premiere assolute in Croazia, Serbia e Ucraina. Ma la vera chicca sarà l'appuntamento del 10 giugno a Newport, per la serata conclusiva del Festival dell'Isola di Wight. Da più di 30 anni gli Stones non partecipano ai raduni rock (l'ultima volta era stata a Knebworth nel 1976), mentre Wight passò alla storia per l'edizione del 1970, quella con Jimi Hendrix, Who, Moody Blues, Miles Davis, Leonard Cohen e altre stelle: mancavano solo i Nostri. A chi gliene chiedeva conto sul Web, Jagger concedeva che «quella volta c'era già così tanta gente». Ma ovunque sarà festa, perché «la scaletta cambier

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