Il Grinzane Cavour

In quell'anno peró, non morivano le speranze di una "vita migliore", per dirla con Manzoni: l'ispanista Giovanni Maria Bertini fondava la prima rivista specializzata, "Quaderni Ibero Americani", inaugurando così la diffusione non solo della letteratura spagnola, ma anche di quella ibero-americana. Sessant'anni dopo, i "Quaderni" rappresentano una delle espressioni piú vitali ed esaustive di comunicazione letteraria e culturale che ha vantato, nel tempo, firme eccellenti come quelle di Pablo Neruda, Juan Ramóm Jiménez e Benedetto Croce. Uno dei due attuali direttori, Giuliano Soria, deus ex machina dell'ambito premio letterario Grinzane Cavour, ha mantenuto l'obiettivo principe di attribuire al linguaggio della letteratura l'urgente compito di "incontrare" popoli e culture diverse tra loro, per uno scambio proficuo di "veritá". E un punto d'arrivo, dopo 25 anni di impegno, è l'inaugurazione di un'Aula Premio Grinzane Cavour Spagna nell'Universitá di Salamanca. Il piú antico ateneo spagnolo, fondato nel 1218 dal re Alfonso IX, ospita ora una delle "tessere" piú significative della tradizione letteraria di tutto il mondo, nella comune consapevolezza di appartenere a uno stesso "territorio" e a un tempo che non conosce differenze o criteri, se non puramente cronologici. Nell'Aula Premio spiccano le foto di scrittori "universali" come Paulo Coelho, Abraham Yehoshua, Wole Soyinka, Kenzaburo Oe, José Saramago, Primo Levi. La cittá di Salamanca, sospesa nel tempo con i suoi edifici dorati di arenaria, non poteva non essere la sede ideale per sottolineare il carattere del Grinzane Cavour: lo spessore artistico-culturale attento alle ultime generazioni, e l'universalitá, dove gli autori analizzati, come Pavese e Fenoglio, ai quali è stato dedicato un convegno, perdono ogni particolarismo per assumere un atteggiamento commosso nei confronti di un mondo capace non solo di odio, ma anche di bellezza e armonia. La versione spagnola del Premio ha posato quindi lo sguardo su alcuni autori presenti a Salamanca, tra cui Angela Bianchini, Rosa Montero, Raffaele Nigro, Emanuele Trevi, Filippo Tuena e Andrea Vitali, per metterli a confronto sul tema della letteratura come bene comune ed educazione alla vita, rivolta in particolar modo ai giovani. Molte le questioni sollevate, nella consapevolezza che solo uno scrittore può dare risposte. Come quella data da Paola Mastrocola alla domanda se esiste ancora una speranza in una scuola migliore che invece di appiattire, valorizzi i talenti. «Non ho alcuna speranza, sono allegramente disperata. Oggi la scuola è fondata solo sulla parola "recupero. Tuttavia credo che il talento di uno studente sia nella mani del singolo insegnante, di talento».