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AL teatro Politeama Brancaccio un successo strepitoso, perché? «Non c'è un perché.

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Cioè... «Un viaggio nell'universo di mille volti e mille sogni della mia infanzia. Ottanta personaggi in cento minuti. Cerco di unire musica, magia, video, poesia e humor. Un unico collaggio dove il surreale spesso diventa realtà». È single per scelta? «Sì. La mia vita finora è votata allo spettacolo e ad ogni abitudine di esso. Tutto in funzione della mia arte, dall'alimentazione alla attività fisica». Nasce a Torino da genitori torinesi... «Sì, mio papà era impiegato alla Fiat un uomo molto credente, mia mamma casalinga dedita alla famiglia e ai suoi figli, un fratello e due sorelle». Da piccolo come si ricorda? «Magro e un po' sfigato, tutti mi prendevano in giro. Ho cercato sempre disperatamente una sorta di vendetta sociale. Forse ci sono riuscito». Voleva farsi prete a undici anni? «Vengo spedito in seminario, fratelli Salesiani di Torino, i miei genitori speravano che diventassi sacerdote. Ma in seminario ho frequentato il club del teatro e ho cominciato a fare la marionetta. Mi ha indirizzato un prete speciale, don Silvio Mantelli, bravo nei giochi di prestigio. Feci il suo assistente. I miei genitori reagirono meravigliati e i miei amici stupiti. Capii subito che quella era la mia strada anche per vendicarmi socialmente». Il primo spettacolo? «All'età di quindici anni con un cambio rapido di ruoli. Era proprio quella la mia vocazione, far sorridere la gente facendo ricorso al trasformismo in scena». E poi? «Ho lasciato l'Italia per l'estero ed è arrivato il vero successo. Francia, Germania, Inghilterra, Canada, Stati Uniti, esperienze fatte in tutto il mondo che hanno accresciuto la mia visione creativa dello spettacolo. Ed ora le mie esibizioni sono la somma proprio di tutte queste esperienze». Ma chi sono i suoi personaggi in scena? «In scena non adotto solo semplici cambi di abito, ma i miei personaggi sono una vera è propria passerella di anime». Le piace la televisione «Sì, ma non bisogna esagerare con il mezzo. Amo il teatro ed amo esibirmi sul palcoscenico». Si ritiene il più grande attore - trasformista del mondo? «Mi piace cambiare anima in pochissimi secondi, e questo può bastare».

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