Scoperto da uno storico di Cambridge
Un Churchill sospetto di «antisemitismo» spunta da uno scritto inedito
Un pezzo che il futuro primo ministro britannico non pubblicò mai, per motivi ignoti.Pur condannando la persecuzione cui erano sottoposti, nell' articolo Churchill osservava tra l'altro che gli ebrei «sono stati in parte responsabili dell'antagonismo di cui soffrono». Dice il docente dell'Università britannica Richard Toye, commentando il testo da lui scoperto: «Anche se la maggior parte della gente ritiene che Churchill non fosse antisemita, questo articolo getta una luce nuova sulle sue posizioni sugli ebrei, che erano assai incoerenti». Toye, facendo ricerca nell'archivio Churchill, ha ritrovato l'inedito in una pila di bozze e ritagli di giornali. Scritto nel 1937, "Come gli ebrei possono combattere la persecuzione" non trovò un editore fino al 1940, quando il giornale "Sunday Dispatch" chiese all'uomo che dopo poco sarebbe diventato premier di pubblicarlo. Ma al momento di inviarlo all'editore, l'ufficio di Churchill gli rispose che l'uscita era «sconsigliabile». «Può averci ripensato, quando lo ha riguardato, avrà pensato che non era la cosa più intelligente da dire», ha affermato Toye. Nel pezzo, Churchill afferma che «la cattiveria dei persecutori» non era la sola ragione per il maltrattamento degli ebrei nei secoli. Definisce gli ebrei sobri, operosi e rispettosi della legge, ed elogia la loro capacità di combattere e morire per il Paese dove vivono. Ma aggiunge: «Eppure ci sono momenti in cui uno avverte istintivamente che tutto questo è solo un'altra manifestazione della differenza, della separatezza dell'ebreo». Ed esorta gli ebrei ad abbandonare il «distacco» dal resto della società ed integrarsi. Poi critica quegli imprenditori tessili britannici che usano la disponibilità degli ebrei fuggiti dal nazismo a lavorare per bassi salari; tuttavia, si contraddice ancora, perchè accusa anche i rifugiati per il fatto che accettano quei salari. «Trovo perverso biasimare gente perseguitata per la propria persecuzione. C'è molta logica contorta qui», dice Toye, che, chiedendosi perchè l'articolo non fosse mai uscito, osserva: «In termini di impatto potenziale sul pubblico una cosa era dire quelle cose nel 1937, e un'altra, molto diversa, dirle nel 1940, quando la Gran Bretagna era in guerra». La notizia sul controverso articolo di Churchill è trapelata, per un bizzarro gioco della sorte, in occasione del 52mo anniversario della scomparsa dello scienziato Alexander Fleming, scopritore della penicillina, che rivoluzionò la medicina e salvò la vita a milioni di vite umane. Fleming morì a londra l'11 marzo del 1955. Dopo la sua morte gli fu dedicato un cratere sulla Luna. Una leggenda nata negli anni Cinquanta racconta che Fleming avrebbe avuto la possibilità di intraprendere gli studi universitari grazie a un avvenimento casuale. Secondo questa leggenda Alexander (o suo padre, in altre versioni) salvò la vita ad un bambino che, caduto in uno stagno, stava per affogare. Il bambino tratto in salvo sarebbe stato proprio Winston Churchill, i cui genitori, riconoscenti, avrebbero dato al giovane Alexander la possibilita' di studiare che altrimenti non avrebbe avuto.