di MARCO CASTORO PERFINO Sanremo è finito travolto dalla politica: o si vota il partito di Pippo o si sta all'opposizione.
Che nascono un po' a sorpresa ma che resistono a tutte le insidie, soprattutto se la posta in palio è appetitosa. Osservati speciali Bonolis e Fiorello, i due «candidati» all'eredità di Baudo, il direttore di RaiUno Del Noce, la cui poltrona è sempre più assediata, il presidente Petruccioli e il cda della Rai, i ministri Gentiloni e Padoa Schioppa, il premier Prodi, Landolfi e la commissione di Vigilanza, l'ex Udc Marco Follini che ieri dalle onde di Viva Radio 2 ha spalleggiato Fiorello e Baldini. La sparata di Pippo non è servita solo da traino per il Tg1 delle 20 (38%!) ma è servita a inaugurare la nuova fase della Rai: tutti contro tutti. Con la partecipazione di dirigenti, politici, conduttori e sponsor. Il festival di Pippo non piace ai giovani. D'accordo. Lo sanno pure i sassi. Ma per caso ai giovani piace la politica di Prodi? La realtà è che in ballo ci sono i milioni degli sponsor che dopo il calcio detteranno le condizioni anche al Festival. Esiste un mercato, c'è una concorrenza spietata. Ed è da ipocriti fingere di vivere sulla montagna del sapone, come hanno fatto prima Padoa Schioppa poi Prodi quando hanno condannato il contratto di Pippo & C. Si è parlato addirittura di un insulto ai precari, di spese folli. Tra i due interventi degli esponenti di governo c'è da registrare la preoccupazione del presidente Petruccioli che ha scritto una lettera alla Vigilanza. La Commissione si è messa al lavoro e comincerà a giorni le audizioni. Si parte però dalla circolare firmata dal ministro Nicolais che ha sdoganato i compensi di Sanremo dal tetto fissato in Finanziaria. «Prodi fa demagogia - commenta Landolfi, presidente Vigilanza Rai - attacca la Rai solo perché rappresenta l'ultimo fortino da espugnare. Un attacco maldestro che fa leva sugli emolumenti. Come se non sapesse che è stato proprio un ministro del suo governo a permettere che si arrivasse a simili contratti». La Vigilanza chiamerà anche Baudo? «Sulla questione dei compensi - spiega Landolfi - non ne vedo il motivo. Semmai quello che è grave è l'utilizzo improprio del servizio pubblico. La Rai non deve permettere che ai suoi microfoni si esprimano presentatori-predicatori, dei Savonarola. È come se un autista di un bus si scegliesse il percorso». Baudo si è tolto i sassolini dalla scarpa. «Tutto questo perché qualcuno si è permesso di criticarlo. E che sarà mai! Lui si è permesso perfino di criticare il Papa...». Anche Bonolis si è tolto qualche sassolino... Dalle onde di Radio Capital e da Matrix ha detto di essere stato tirato in ballo da Pippo solo perché l'edizione del Festival del 2005 fu straordinaria per qualità e ascolti. «Il problema di Pippo - sottolinea Bonolis - è che non sa accettare che esistano pure gli altri. E poi basta con la storia dei soldi: io a Sanremo ne ho presi meno di lui». Molto più cauto Follini da Fiorello. L'ex Udc ha detto di preferire Baudo a Bonolis, ma di apprezzare Del Noce più come inviato che come direttore di rete. Divisi su Baudo i consiglieri del cda. Pieno appoggio da Rizzo Nervo, grande sconcerto da Urbani. Per Petruccioli e Cappon quelle di Pippo sono state dichiarazioni «inopportune e non accettabili». Intanto dopo la requisitoria contro i politici, ieri Baudo se l'è presa proprio col cda della Rai. Con Petroni, precisamente. Il consigliere nominato dall'ex ministro Tremonti è stato definito dal Pippo nazionale un'anomalia. «Prodi vuole Minoli, ma vedrete che non passa». Che forse Baudo cerchi l'alleanza con il premier per la scalata alla poltrona di Del Noce?