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Piero, tenore pop

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Tra gli estimatori di Mazzocchetti anche Pavarotti

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Il giudizio lusinghiero di Luciano Pavarotti è una laurea per Piero Mazzocchetti. Sbarcato a Sanremo da semi-sconosciuto, nonostante i dischi d'oro in Germania, il ventottenne tenore-pop abruzzese ha conquistato la stima della gente: terzo per il televoto e la giuria demoscopica, solo quella "di qualità" l'ha snobbato, è stato la sorpresa del Festival di Sanremo piazzandosi dietro a Cristicchi e Al Bano. «Per me, emigrante di ritorno, è un'emozione fantastica - ha detto dopo la premiazione piangendo per la gioia - ma è bello anche constatare che in Italia c'è ancora tanto amore per la romanza. È un onore essere arrivato dietro Al Bano: quando lo vedevo esibirsi in Germania, lo invidiavo perché lui poi rientrava in Italia. Finalmente sono tornato a casa pure io». Piero ha lasciato Pescara a vent'anni per emigrare in Germania («Perché la paga per un suonatore di piano bar era migliore rispetto all'Italia») e in un locale di Monaco frequentato dai calciatori del Bayern è stato adottato da Rumenigge, Beckenbauer e Basler. Il più importante manager del calcio tedesco, Roger Wittmann, gli ha fatto incidere l'album d'esordio «L'eternità», con il quale Mazzocchetti ha guadagnato il titolo di rivelazione dell'anno. Altri due dischi: «Parole nuove» e «Amore mio». La consacrazione è stata un concerto davanti a 60 mila persone. «In tutto il mondo c'è grande rispetto per gli artisti italiani che interpretano la tradizione. vorrei avvicinare i giovani alla romanza». Piero è tifoso del Milan, però deve il suo successo all'ex interista Rumenigge. «Sono un amante del bel calcio: l'Inter sta giocando alla grande e merita questo scudetto. Il mio preferito, però, è Del Piero». Portato in Italia da Adriano Aragozzini, Mazzocchetti ha pubblicato il cd «Schiavo d'amore». Oltre all'omonimo singolo sanremese, contiene altri cinque inediti e sei arie d'opera: «Tristesse» di Chopin, «Una furtiva lacrima» di Donizetti e quattro di Puccini, da «Ch'ella mi creda libero e lontano» a «Che gelida manina». «Amo la romanza, ma anche la contaminazione: ho sperimentato il pop restando fedele alla partitura originale, ma aricchendola con nuovi arrangiamenti».

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