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Da destra un'accusa: le critiche

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sono una manovra contro Del Noce

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Un attacco alla politica e ai politici che si interessano di un «presentatore». «Occupatevi dei problemi della gente» urla quasi Pippo Baudo. È l'ultima sferzata della polemica scoppiata a Sanremo e presto approdata nei palazzi romani. Poco prima a briglie sciolte il «presentatore» aveva lanciato le sue frecciate, rimesso il mandato di direttore artistico di Sanremo - per continuare vuole mani libere - e l'ultimo sprezzante giudizio nei confronti del nemico Del Noce accusato di tramare per sostituirlo. «È un uomo piccolino, che ha bisogno di litigare per arrampicarsi». Finisce così una giornata che doveva essere di celebrazione per un successo oltre le previsioni. Share al 54 per cento, giudizi positivi della critica. Eppure fin dalla vigilia è partita la guerra sotterranea con Del Noce accusato di averlo già scaricato per andarsi a riprendere Bonolis dalla concorrenza nella convinzione che possa essere più gradito ai pubblicitari. Poi si è inserita la guerra dei compensi e la vicenda ha messo in contraddizione un ministro, Nicolais, che aggira i limiti imposti dalla Finanziaria, e Prodi che considera scandalose le cifre destinate ai personaggi dello spettacolo. Una bella confusione che il centrodestra prende subito a pretesto per chiederne conto in commissione di vigilanza Rai. Il presidente Landolfi ora vuole vederci chiaro e convoca la commissione. E Baudo che fa? Attacca. Punta dritto sul premier. Poi se la prende con il progetto Gentiloni. E c'è a sinistra chi si offende, tanto che un esponente della Margherita, Villari, chiede al presentatore di scusarsi con Prodi. Iniziata la bagarre, Baudo non si tira indietro. Riesce a fare del suo un caso politico. Il suo bersaglio diventa il «berlusconiano» Del Noce. Finte pacificazioni pubbliche e stilettate. Così nel centrodestra nasce il sospetto che il vero obiettivo non sia il fantasma di Bonolis, ma il tentativo di legittimare la sinistra a fare il pieno delle cariche facendo fuori il direttore di Raiuno. Ne sembra certo il coordinatore di Forza Italia, Cicchitto, convinto che la polemica sanremese sia solo un pretesto per l'attuale maggioranza per «far fuori con ogni mezzo il direttore di Raiuno per completare la lottizzazione selvaggia». Un altro esponente di Forza Italia, Francesco Giro, addirittura vorrebbe fondare un comitato di liberazione da Pippo Baudo «che ha una concezione proprietaria dell'azienda Rai». Il diessino Giulietti avvalora i sospetti quando dice che il successo di Baudo dà fastidio perché ha sconfitto Mediaset. C'è un esponente dei Verdi che vorrebbe portare l'ormai ex direttore artistico di Sanremo alla direzione generale della Rai. La Rosa nel Pugno elogia questo Sanremo perché ha vinto Cristicchi considerato vicino alle posizioni del partito. C'è al contrario chi accusa Baudo di aver sponsorizzato le canzoni di sinistra. Ciccioli di An arriva a dire «che Sanremo è il simbolo di una sinistra tutta parole e proclami». Gianni Bella giustifica il flop suo e della sorella a una giuria di qualità di sinistra che ha penalizzato la cantante di destra. Forse più realisticamente la canzone era solo un po' bruttina. Ma ormai Sanremo è un caso. Un po' l'ha voluto Baudo. Un po' è la politica che c'è cascata. Il bravo «presentatore» si dice pronto a farsi da parte. Ma non sarà così facile archiviarlo. Lui sa rivolgersi alla gente, il pubblico lo segue. Potrebbe diventare un osso duro per tutti. Destra e sinistra. Forse, per i politici, è meglio lasciarlo a Sanremo, a Montecitorio potrebbe essere più pericoloso. [email protected]

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