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Il trionfatore

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Ma soprattutto a tutti i matti come Antonio, e ne ho conosciuti tanti, e alle persone che si impegnano per aiutarli». Il romano Simone Cristicchi dal palco dell'Ariston è volato idealmente nel cuore dei suoi matti, che ha conosciuto durante il servizio civile nei centri d'igiene mentale. Ha vinto Sanremo. «Il successo di due canzoni impegnate come la mia e quella di Fabrizio Moro fra i Giovani è un evento incredibile e imprevedibile per la tradizione del Festival. La mia gioia è immensa. Questa vittoria è il segno tangibile di una maturazione nei gusti della gente». Era venuto a Sanremo in cerca di visibilità per il suo progetto artistico: il libro di racconti «Centro d'igiene mentale» (Mondadori) e l'album «Dall'altra parte del cancello» accompagnato dall'omonimo film-documentario. «Ero già soddisfatto di avere vinto il Premio della Critica, sia quello assegnato dai giornali che quello delle radio e tv private, perché il loro consenso apre la strada al messaggio di "Ti regalerò una rosa" e delle altre canzoni del disco». L'anno scorso, sempre qui a Sanremo, cantava «sono meglio i matti» nella canzone «Che bella gente», scritta a quattro mani con la geniale follia dell'amica Momo, la rivelazione del DopoFestival di Chiambretti. Questa volta ha portato in riviera Antonio, un matto che attraverso «Ti regalerò una rosa» annuncia alla sua innamorata l'intenzione di porre fine alla propria esistenza. O meglio, crede di annunciarlo. «Nel manicomio di Volterra ho ritrovato decine di lettere scritte nei primi del Novecento dai malati, però mai spedite a loro insaputa. Sono morti con l'illusione di avere comunicato con i loro parenti all'estero, così ho voluto farle arrivare idealmente a destinazione attraverso il mio progetto discografico e letterario». Soddisfatto anche Al Bano, che non sperava più nel secondo posto dopo il verdetto della giuria di qualità. «Io vivo per la qualità, ma qui la qualità aveva facce diverse: dedico anche a loro il mio perdono». Mazzocchetti annuisce e si dice «incredulo, emozionato e felice per il ritormo della melodia italiana».

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