Fabrizio Moro: non voglio etichette politiche
Vincitore della sezione Govani del Festival di Sanremo, il 31enne cantate romano dedica la vittoria a suo padre, «ai suoi sogni che non finiscono mai, essendo un uomo che ancora si sveglia alle sei del mattino», ha detto Moro, per il quale le belle sorprese sono continuate. Ma Fabrizio è rimasto il ragazzo di sempre. Persino quando è stato chiamato dal sindaco di Roma, Walter Veltroni: «Mi ha chiesto in quale quartiere abitassi - ha detto Moro, nato a Guidonia e residente a San Basilio - e mi ha detto di andarlo a trovare. Non voglio etichette, non sono un cantautore impegnato, non ho spalle abbastanza larghe nè la cultura adatta. Nel mio brano tratto tanti temi generazionali, canto l'amore, la speranza, ma dico anche tante stronzate. L'ispirazione è arrivata con l'emozione che ho provato per la fiction su Borsellino. La mia vita è cambiata a livello mentale ma non pratico: ho lo stesso conto in banca e gli stessi problemi. Ora cercherò di vendere dischi e di cantare dal vivo». Per il sindaco Veltroni, "Pensa" «è una canzone che già nel titolo si presenta con un giusto imperativo da condividere e da tenere sempre in considerazione: è riuscita a farci riflettere, con un efficace equilibrio tra musica e testo. Il ritorno della canzone di contenuto sociale e civile è una buona notizia per Sanremo che lascia il segno quando riesce a "stare dentro", in vari approcci artistici, a ciò che succede nella vita reale del nostro Paese. Nei prossimi giorni vedrò Fabrizio in Campidoglio per rinnovargli le congratulazioni mie e della sua città». "Pensa" «mi ha scatenato un sussulto di ricordi e strappi nel cuore - ha precisato Francesco Giro (Fi) -. Per par condicio chiedo a Moro di poter incontrare anche me e se vuole lo porto anche da Berlusconi. Non c'è solo Veltroni, pure il leader di Fi è un romano doc d'acquisizione». Per il preseidente dell'Antimafia, Francesco Forgione «il successo del rap di Moro, dimostra che si può aprire nel mondo culturale e giovanile una coscienza antimafiosa: questa è l'unica vera novità culturale del festival di Sanremo». Le congratulazioni sono arrivate anche da Rita Borsellino, che ha partecipato al video del rap antimafia, diretto da Marco Risi: «È una canzone - ha detto la sorella del magistrato ucciso nel '92 - che spinge alla riflessione non solo contro la mafia, ma contro ogni tipo di violenza. Ho accettato con piacere di comparire, a titolo gratuito, nel video-clip di Risi. Portare all'Ariston messaggi come quello di Moro è un modo molto efficace per diffondere la cultura della legalità». A Marco Risi, che ha girato il video del brano a Palermo, «la vittoria di Fabrizio non sorprende. Anzi, me l'aspettavo, ho capito che aveva grandi possibilità dalla reazione del pubblico. Fabrizio ha portato un testo forte, sincero, onesto e privo di qualsiasi furbizia». d.disa@iltempo.it