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Fino a dodici anni di carcere per i negazionisti della Shoah

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Una ricorrenza che dal 2001 si celebra ogni 27 gennaio, per trasmettere ai più giovani il ricordo dell'orrore della Shoah, per tenerlo vivo come quel 27 gennaio 1945, quando furono abbattuti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz e il mondo conobbe la macchina criminale inventata dai nazisti per sterminare milioni di ebrei. Accanto al presidente della Repubblica, ci saranno il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni e il sindaco di Roma Walter Veltroni. Negli stessi momenti, al pre-Consiglio dei ministri verrà presentata la bozza del disegno di legge preannunciato dal titolare della Giustizia Clemente Mastella per punire i negazionisti della Shoah. Il testo, composto di sette articoli, prevede l'introduzione nel codice penale del reato di «istigazione a commettere crimini contro l'umanità e di apologia dei crimini contro l'umanita», punito con il carcere da tre a 12 anni. Intanto il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, sulla base delle testimonianze storiche, ha respinto nettamente le tesi di chi accusa il Vaticano di non aver levato la sua voce per fermare lo sterminio degli ebrei: intervenendo in Campidoglio, a Roma, alla presentazione del libro "I Giusti, gli eroi sconosciuti dell'Olocausto", dello storico inglese Martin Gilbert, ha definito infondate le accuse sul silenzio, e addirittura su un «collaborazionismo», di Pio XII all'epoca della Shoah. Anzi, per il Cardinale la Chiesa fin dal 1928 aveva condannato l'antisemitismo e durante le persecuzioni naziste molti cattolici si impegnarono per salvare gli ebrei dai lager. «I cristiani, tra cui moltissimi cattolici, ma anche i musulmani, accettarono, a costo della loro stessa vita, di salvare gli ebrei dalla Shoah», ha detto Bertone, secondo cui quella dei "Giusti" fu «una guerra pacifica e silenziosa», fatta «senza proclami, senza manifesti, senza teorie, senza retorica e questi Giusti la combatterono a volte contro le convenzioni e contro i pregiudizi del loro stesso ambiente». Al Segretario di Stato della Santa Sede ha risposto l'ex presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Amos Luzzatto, per il quale non si conoscono «atti pubblici a proposito delle camere a gas e degli stermini di massa nell'Europa occupata. Saremo sempre lieti di prendere atto se ci venissero mostrati. L'intervento del papa dopo il bombardamento di San Lorenzo - ha spiegato Luzzatto - è stato un atto pubblico che conteneva solidarietà con le vittime e un implicito rimprovero per chi le aveva provocate». Luzzatto ha poi detto: «qualunque generalizzazione è pericolosa in tutte le circostanze e sentire dire che i cristiani e i musulmani hanno aiutato gli ebrei mi lascia più che perplesso». E il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: «Io penso ai duemila ebrei romani che ancora aspettano una voce che fermi i loro treni».

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