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In gara tre italiani per trucco e costumi Hollywood prepara la festa di Morricone

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Quel passato che non era riuscito a premiare grandi e osannati personaggi. Un primo segnale era già arrivato con la notizia dell'Oscar alla carriera per Ennio Morricone, che per anni era stato vicino alla vittoria senza però ricevere mai l'ambita statuetta. Mentre l'Italia, con "Nuovomondo" di Emanuele Crialese, era stata già tagliata fuori dalla corsa agli Oscar. A tenere però alto il vessillo tricolore oltreoceano, ci sono ora tre italiani tra i nominati alla 79esima edizione. Aldo Signoretti e Vittorio Sodano, truccatori per "Apocalypto" di Mel Gibson, gareggeranno infatti per la statuetta al miglior make-up, mentre Milena Canonero sarà in lizza per i costumi di "Marie Antoinette". Signoretti, romano, ha già lavorato in film come "Troy", "Gangs of New York" e "Moulin Rouge", per il quale aveva peraltro ottenuto una nomination. Sodano è, invece, napoletano e vanta nel suo curriculum "Casanova", "Dalia nera", "Le fate ignoranti" e "L'impero dei lupi". I due italiani hanno fatto un lavoro gigantesco sulle fisionomie degli antichi Maya in "Apocalypto" di Gibson, che ha avuto pure due candidature per gli effetti speciali e sonori. Tra le rare sorprese, arrivano però tante conferme nell'annuncio delle nomination. Uno per tutti il ritorno del duello tra Scorsese e Eastwood, come nella migliore tradizione dei "corsi e ricorsi" teorizzati dal Vico. Martin Scorsese con "The Departed" sfiderà infatti il Clint Eastwood di "Lettere da Iwo Jima", sia per l'Oscar al miglior film sia per la statuetta alla regia. Nel 2005 "The Aviator" di Scorsese si era aggiudicato il maggior numero di statuette (cinque), ma il vero vincitore di quell'edizione degli Academy Awards si rivelò poi "Million Dollar Baby" di Clint Eastwood. È comunque "Dreamgirls", il musical ispirato alla storia delle Supremes, ad avere ricevuto più nomination, ben otto, anche se non è arrivata quella più attesa, ovvero per il miglior film. Sette nomination per "Babel" di Alejandro Gonzales Inarritu, che è stato un flop al botteghino ma ha entusiasmato i critici e ottenuto una candidatura all'Oscar più importante, quello al miglior film insieme a "The Departed" di Scorsese, "Letters from Iwo Jima" di Eastwood, "Little Miss Sunshine", film rivelazione del Sundance e "The Queen" che ottiene sei nomination come "Il labirinto del fauno" di Guillermo Del Toro, candidato pure come miglior film straniero. Categoria che vede invece escluso "Volver" di Almodovar, al quale va solo una candidatura per la migliore attrice protagonista, Penelope Cruz, che dovrà vedersela con Meryl Streep (prima nel record di 14 passate nomination), Judy Dench ("Note on a Scandal"), Helen Mirren ("The Queen") e Kate Winslet per "Little Children". Per il migliore attore protagonista, alle previste nomination per Leonardo DiCaprio per "Blood Diamond", Forest Withaker per "The Last King of Scotland", Peter Ò Toole per "Venus" e Will Smith per il film di Muccino "La ricerca della felicità", si affianca a sorpresa la meno scontata nomination di Ryan Goslin per "Half Nelson". Alan Arkin, Hakie Earle Haley, Djimon Hounsou per "Blood Diamond", Mark Wahlberg per "The Departed" e Eddie Murphy per "Dreamgirls" sono i candidati all'Oscar per il migliore attore non protagonista e "Dreamgirls" regala anche una candidatura come migliore attrice non protagonista a Jennifer Hudson. Con lei corrono Adriana Barraza e Rinko Kikuci per "Babel", Cate Blanchett e la piccola Abigail Breslin (di 10 anni) per "Little Miss Sunshine". Tre le candidature per i film di animazione, "Cars", "Happy Feet" e "Monster House". Fra i documentari spicca infine il film sull'effetto serra con Al Gore, "Una scomoda verità". Ieri mattina, all'alba di Los Angeles (il primo pomeriggio in Italia) le urne dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences si sono aperte e come dal vaso di Pandora sono usciti i verdetti, annunciati da Salma Hayek (che si è commossa per le nomination messicane

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