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Il futuro finisce in soffitta

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La storia era una sfida al credibile: un gruppo di ricercatori riusciva, con sofisticate tecniche scientifiche, a rimpicciolire un sottomarino con tanto di equipaggio fino a farlo diventare delle dimensioni di un microbo. Così ridotto il natante veniva introdotto all'interno di un corpo umano dove poteva essere pilotato nelle zone malate per curarle. Oggi, nel 2007, di quel film può lasciare a bocca aperta solo la protagonista: Raquel Welch a 26 anni. Per il resto quello che allora era sfrenata fantascienza oggi è realtà scientifica. È notizia di questi giorni: navette invisibili possono viaggiare nel sangue trasportando, come sottomarini, un carico vitale di farmaci, raggiungendo le cellule colpite da gravi malattie, come il tumore, distruggendole o guarendole. Due gruppi di ricercatori statunitensi hanno dimostrato che la «nanotecnologia» è una scienza che promette cose grandiose. Si possono guidare e orientare esattamente nel corpo umano particelle di dimensioni infinitesimali. Nell'impresa sono impegnate le università della California Riverside e della Florida e, in un altro progetto, il Massachusetts Institute of Technology che, nell'impresa, è guidato, manco a dirlo, da un italiano: Francesco Stellacci. La ricerca è, in buona parte, in fase iniziale. Secondo i ricercatori gli sviluppi legati alle nanotecnologie sono molto promettenti. Uno degli scienziati ricorda l'evoluzione dei telefoni cellulari: «Dieci anni fa - afferma - un telefonino serviva solo a fare chiamate, mentre adesso...». Sì: foto, musica, Internet. Ugualmente, molto presto, con le nanotecnologie si potranno fare cose che poco tempo fa erano impensabili. Ma la scienza ci ha abituato, da tempo, che è in grado di superare la fantascienza. Non per niente il più celebrato film di fantascienza «2001: odissea nello spazio» è targato con quell'anno che ormai fa parte del passato. Certo, l'uomo non è arrivato su Marte, come nella pellicola di Kubrick, ma tante cose che allora sembravano impossibili oggi sono realtà, qualche volta anche un po' impolverata. Proprio parlando di «2001» come non ricordare la splendida base spaziale che roteava a tempo di valzer? Ecco, oggi, quella base si chiama ISS e gira attorno alla Terra, mentre la sua antenata, la Mir, ormai è andata in pensione. In un altro film di Kubrick, «Arancia Meccanica», del '71, il protagonista ascoltava musica con un avveniristico mini-disk. Oggi i ragazzi «quella roba antiquata» non la vogliono più: «Papà, mi compri l'Mp3?». E per fortuna i prezzi sono diventati abbordabili. Certe trovate dei vecchi film di fantascienza fanno addirittura sbellicare dalle risate. In fondo gli ultimi episodi della serie Star Trek sono targati anni Novanta e le porte scorrevoli automatiche che sfoggiava l'astronave Enterprise ormai le hanno tutti i supermercati. E anche da un bel po' di tempo. Sempre parlando di Star Trek nei telefilm della prima serie, quelli con il comandante Kirk e il dottor Spock, c'era l'ufficiale alle comunicazioni, il tenente Uhura, che sfoggiava un auricolare senza fili. Oggi gli auricolari senza fili, per telefonini, tv e stereo si possono trovare anche sul banchetto dei vu' cumprà. Se poi guardiamo alla fantascienza di ieri, come quella del maestro ceco Karel Zeman, restiamo perfino annoiati. Nella «Diabolica invenzione», un «filmone» in bianco e nero del 1959 vengono mostrati, con splendido gusto per l'immagine, sottomarini, elicotteri, palombari e basi subacquee. Roba che non riesce più a interessare nemmeno i turisti nel Mar Rosso. Ma per trovare dei «reperti da museo» non bisogna addentrarsi così tanto nel passato. Avete presente Tom Cruise in «Minority Report» che, con i guanti elettronici, manovra il grande schermo di un computer? Era solo il 2002 eppure ora quel genere di tecnologia fa storcere il naso. Tutto sommato il vecchio mouse, magari senza filo e con un sensore a infrarosso

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