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di EUGENIO ZACCHI «CONFRONTARSI con l'Africa significa confrontarsi con i problemi ...

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Così Giuliano Soria, presidente del Premio Grinzane Cavour giunto alla sua XXVI edizione, apre una prospettiva più "felice" su una delle problematiche più delicate del nostro tempo. E la letteratura resta una testimonianza coraggiosa di una cultura, quella africana, che dall'influenza del periodo coloniale, affronta e assume i toni dell'indipendenza dal postcolonialismo fino a oggi. Uzodinma Iweala, scrittore nigeriano, nato negli Stati Uniti, 24 anni, laureatosi alla Harvard University, vive tra Lagos e Washington. Da poco è uscito in Italia, per Einaudi, il suo primo romanzo, "Bestie senza patria", che ha ricevuto alcuni tra i più prestigiosi premi letterari per esordienti. Si narrano, con un linguaggio tagliente e poetico, le angosciose vicende di un bambino costretto dalla guerra a divenire soldato e a uccidere per sopravvivere. «Il futuro non è nelle mani dell'Africa e dell'Europa. Ho dei problemi con quelle persone che mettono l'Europa al centro. Ognuno, oltre a essere cittadino del proprio paese, lo è anche del mondo. A noi africani dà fastidio che l'Europa sia considerata come il picco della civiltà. L'Occidente stesso si considera tale, e tutti gli altri si devono uniformare. Il futuro dell'Africa non sarà come quello dell'Europa». La letteratura africana soffre ancora di oscurantismo in Italia, rispetto alle altre nazioni europee. «Non si può parlare di una letteratura africana, ma esiste una letteratura nigeriana, keniota, dello Zanzibar. Molte sono legate al suo passato coloniale, altre hanno assunto una nuova veste. È necessario riuscire ad avere un'offerta più variegata di letteratura che metta in rapporto il passato con il post e anche il pre coloniale. Molti autori africani non si rapportano con l'Europa. E molte persone in Europa non pensano che molti africani scrivano senza avere l'Europa in mente. Una diffusione maggiore di testi africani contribuirà a una maggiore sensibilizzazione». Quanto alla questione dell'integrazione, per Iweala «il motivo per cui gli europei hanno difficoltà con l'integrazione dei gruppi non caucasici e musulmani, consiste nel fatto che hanno difficoltà con la propria immagine». E ora veniamo ai vincitori del Grinzane: Gianni Clerici con "Zoo", (Rizzoli), Marcello Fois, "Memoria del vuoto" (Einaudi), Rosa Matteucci "Cuore di mamma", (Adelphi), per la narrativa italiana; Al Al-Aswani, "Palazzo Yacoubian", Feltrinelli, Philippe Forest, "Per tutta la notte", (Alet), Pascal Mercier, "Treno di una notte per Lisbona", (Mondadori).

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