L'attrice interpreta Viola nella soap di Raiuno «Incantesimo»
Corinne Clery: io, diva libera e spregiudicataLa bella star parigina è di scena anche al Teatro Vittoria di Roma in «Otto donne e un mistero»
A 56 anni, conserva intatta la sensualità di quel personaggio che la lanciò sul grande schermo di mezzo mondo, quando schiava d'amore di Renè incarnava la spregiudicata "Histoire d'O". Ora, l'intraprendente attrice appare tutti i giorni in tv, protagonista della soap opera "Incantesimo", che da gennaio ha cambiato canale, passando da Raidue alla più prestigiosa Raiuno e diventando un appuntamento quotidiano in onda alle due del pomeriggio. Ma non contenta dei successi televisivi, Corinne ha debuttato anche sulle scene del Teatro Vittoria di Roma, con "Otto donne e un mistero", tratto dal film di Francois Ozon e diretto da Claudio Insegno. Madame Clery, qual è il segreto della sua imperitura vitalità? «Non mi pongo il problema dell'età che passa e ho cercato da sempre di essere me stessa, anche a costo di sopportare i giudizi malevoli della gente. Credo sia questo il mio segreto. Nella nona edizione di "Incantesimo", anche se sono entrata nel cast nell'ultimo periodo della passata edizione, solo adesso sono una protagonista a tutti gli effetti, perché Viola, il mio personaggio, diventa direttrice amministrativa della clinica Life al posto di Paola Pitagora. Poi, vivo un rapporto intenso e profondo con mio figlio, che è gay. E alcuni dialoghi mi ricordano quelli con mio figlio Alex: non perché lui sia gay, ma perché in certi momenti mi contestava violentemente e non riusciva a capire le mie scelte di vita. È stato difficile crescerlo da sola, da quando il padre se ne andò via di casa. Viola nella soap è un po' come me: si comporta in modo strano e ambiguo, ma solo per proteggere il figlio da una vecchia storia di ricatti e segreti. Con Viola mi sembra di rivivere il rappprto con mio figlio, per il quale sono comunque stata una mamma tradizionale, per principi, presenza e educazione. Viola mi somiglia, perché fa di tutto per protegere i propri affetti e i propri amori». In "Otto donne e un mistero" il suo personaggio è invece quello di una signora spregiudicata e libera: quanto le somiglia questa donna? «Con Sandra Milo, Eva Robin's, Nadia Rinaldi, Caterina Costantini, Beatrice Buffadini, Sara Greco e Tiziana Sensi, mettiamo in scena un classico degli anni Sessanta, scritto da Robert Thomas, con dialoghi brillanti che strizzano l'occhio alle commedie alla "Arsenico e vecchi merletti" e con atmosfere che richiamano autori sul genere di Agata Christie o Alfred Hitchcock. I temi sono molto attuali, con le dinamiche all'interno della famiglia spesso ricche di tradimenti, ipocrisie, segreti e bugie. I colpi di scena non concedono allo spettatore motivo per alcun calo di attenzione e sono inframezzati dalle bellissime musiche di Rossana Casale. La storia inizia da un omicidio, commesso in una villa sperduta nella campagna francese e, a causa di una fitta nevicata, le otto donne che la occupano restano chiuse dentro. Ognuna di loro aveva qualche relazione con il morto: io vesto i panni della sorella, sono una che fuma e gioca a carte, antipatica e ribelle. Ero ribelle anche con la mia famiglia, appartenente alla classica borghesia parigina, chiusa e pettegola. La borghesia italiana invece è più buona, cerca di capire e tollerare gli altri. Mentre i parigini tendono a etichettare le persone che non rientrano nei loro canoni». Quanto una diva bella e elegante come lei teme il passare del tempo? «Non lo temo. Forse, perché mi sento sempre ammirata e apprezzata. E poi, oggi per le donne occidentali è facile coltivare persino relazioni con ragazzi molto più giovani. Non rischiamo nemmeno l'infarto come a volte capita agli uomini agè che vanno con le ragazzine. Ma credo che occorra sempre e in ogni caso avere delle regole, mantenere uno stile di vita che non ti faccia poi apparire ridicola. Ad esempio, credo che la Lollo, a 70 anni e con un compagno di 40, sfiori il patetico: c'è troppa differenza tra loro. A un certo punto della vita è meglio assaporare la vecchiaia con calma e avere un compagno giov