Golden Globe

Figura centrale dell'evento l'attore-simbolo del benessere fisico: Arnold Schwarzenegger che però, da quando si è dato alla politica, non recita più. Inoltre l'altra sera Arnold si è presentato claudicante con stampelle. Colpa di un incidente sui campi da sci. Il venticello californiano, tanto simile al ponentino romano, che, di questa stagione, dovrebbe rinfrescare delle giornate alquanto calde, è stato sostituito da una micidiale «giannetta». Divi e soubrette sono stati costretti a togliere dalla naftalina cappotti e pellicce. Il premio per il miglior film straniero è andato all'americanissimo Clint Eastwood con il suo «Letter from Iwo Jima». L'attore-regista è finito in questa categoria perché la pellicola è recitata in giapponese. Ha dichiarato che era convinto che l'italiano fosse una lingua difficile, sin dai tempi in cui recitava per Leone. Ora che ha avuto a che fare con il giapponese ha ammesso che, in confronto, l'italiano è semplice. Il premio per la regia è finalmente andato a Martin Scorsese per l'acclamato «The Departed» e se è vero che il «Globe» è profeta degli Oscar forse il regista può cominciare a sperare in quella statuetta che gli sfugge da trent'anni. Miglior film drammatico «Babel», il racconto a episodi firmato da Alejandro González Iñárritu (in Italia è uscito lo scorso ottobre). «Dreamgirls» (musical che arriverà in Italia il prossimo 26) ha ricevuto il premio per la commedia. Migliore attrice drammatica Helen Mirren per il suo ruolo di Elisabetta II in «The Queen». E qui c'è un'altra particolarità perché la regale Mirren è stata premiata anche per la parte di sovrana nella miniserie tv «Elisabetta I». La migliore attrice in una commedia aveva poche rivali: Meryl Streep per «Il diavolo veste Prada». E sembra che non avrà problemi nemmeno per l'Oscar. Il miglior attore è Forest Whitaker nei panni del dittatore Idi Amin Dada nel film «L'Ultimo re di Scozia», una pellicola che sta raccogliendo unanimi consensi e che sarà in Italia il 16 febbraio. Sul versante della commedia non poteva che vincere Sacha Baron Cohen, protagonista di «Borat», che arriverà nelle nostre sale a marzo. Premio per la carriera a un indeformabile e plastificato Warren Beatty consegnano da Tom Hanks. Italiani a bocca asciutta (era candidato solo il musicista Carlo Siliotto per «Nomad»). Le luci di Hollywood danno appuntamento per la sera degli Oscar, il prossimo 25 febbraio.