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Pellicola numero sei

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Ennesimo episodio, finalmente con ironia

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«BENVENUTI nel mondo di Rocky» si sente dire nell'ultimo film di Sylvester Stallone e l'esclamazione sembra rivolta soprattutto agli spettatori. Sì perché quello di «Rocky Balboa» è un mondo di favola, un po' come quello di Alice nel paese delle Meraviglie, dove tutto può accadere. Questo «Rocky Balboa» è certamente il miglior film dell'intera, interminabile serie iniziata nel 1976 e che ormai è giunta al sesto episodio. Ha un notevole pregio, è rinfrescato con una bella ventata di ironia che, francamente, agli altri, compresa la prima, mitica pellicola, manca. Sylvester Stallone, che questo ultimo film se l'è scritto diretto e interpretato e ora lo va accompagnando in giro per il mondo come fosse un figlio da presentare a tutti, ha messo in campo ricordi, battute, doppi sensi ingenui che non possono non strappare un sorriso. Con la boxe questo film non ha molto a che fare, anzi, quello di Rocky è uno dei grandi misteri della storia del cinema: un film che di pugilato vero ne fa vedere veramente poco ma che è diventato un mito per tutti quelli lo praticano. Non esiste palestra che non abbia un bel poster di Stallone con pantaloncini e guantoni e non c'è zona del mondo senza una palestra che si chiama Rocky. Anche in questo film di boxe non ce n'è: i pugili si affrontano a guardia bassa menandosi gran manate da carrettiere, dopo aver inondato il pubblico con una lunga, improbabile, carrellata di tecniche di preparazione al match che va dall'alimentazione con inaudite quantità di uova crude a durissimi, quanto inutili, esercizi con pesi enormi. Ma allora cos'è che ha creato il mito? La risposta è semplice: il personaggio Stallone che, in questo film, è in forma veramente smagliante. Con spalle e braccia percorse da una sorta di varicocele e improbabili muscoli addominali Stallone sfodera una carica di simpatia eccezionale. A fare la parte del pugile suonato, che racconta sempre a tutti le stesse storie, è veramente bravo. Rocky, oggi, sembra più vivo e vitale di trent'anni fa. A. A.

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