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Nella miniserie di Canale 5 a primavera

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Cortellesi, moderna MontessoriCento anni fa la prima scuola fondata dalla pedagogista marchigiana

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Alla pedagogista marchigiana, donna in carriera, ma anche madre tormentata, dà il volto Paola Cortellesi, al debutto nella fiction in un ruolo insolito per il suo talento brillante, nella miniserie "Maria Montessori", attesa in primavera su Canale 5. Prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi, firmata da Gianluca Tavarelli (che ha già diretto la Cortellesi nel film "Non prendere impegni stasera", passato all'ultimo Festival di Venezia), la fiction ripercorre le tappe fondamentali della vita della Montessori, prima donna a diventare medico dopo l'Unità d'Italia, nel 1896 a Roma: in primo piano, la sua modernità e genialità di studiosa, ma anche la sua fragilità di madre fuori della schema della famiglia tradizionale. Se molti, infatti, ricordano il suo volto stampato sulle vecchie mille lire, pochi forse sanno che la Montessori ebbe una relazione con un suo giovane insegnante di psichiatria all'università, Giuseppe Montesano (Massimo Poggio nella miniserie), da cui nacque un bambino, Mario, che la pedagogista fu costretta a dare in affido per evitare lo scandalo. «Ho voluto la Cortellesi - ha spiegato Valsecchi - perchè ha quel piglio moderno e insieme antico che è perfetto per il personaggio. La Montessori era una femminista ante litteram, quasi troppo avanti rispetto al suo tempo, capace di ribellarsi al sistema con naturalezza, intelligenza, scienza e capacità di analisi». Nel cast c'è anche Gian Marco Tognazzi, nei panni del professor Cardi, un ispettore della pubblica istruzione - figura inventata dagli sceneggiatori Rulli, Zappelli e Pagano - che, su incarico del regime fascista, guarda prima con interesse e poi con sospetto alle teorie montessoriane. Nata a Chiaravalle (Ancona) nel 1870, subito dopo la laurea Maria ottenne la cattedra di assistente presso la clinica psichiatrica dell'università e si dedicò in particolare alla cura dei bambini con problemi psichici e degli orfani abbandonati nei manicomi, arrivando alla convinzione che con l'affetto e il trattamento educativo si potessero strappare al disagio, evitando cure mediche spesso disumane. Nel 1907 fondò la prima Casa dei bambini, creando una scuola armoniosa e a misura del fanciullo, anche nell'arredamento - con i piccoli banchi bianchi fra pareti colorate, librerie e lavandini ad altezza di bambino - e introducendo nuovi materiali di sviluppo. Nel 1924 fondò l'Opera Nazionale Montessori per l'attuazione del metodo ma nel 1936, ostile al regime fascista che tentò di farne uno strumento di propaganda politica, lasciò l'Italia per seguire lo sviluppo delle scuole montessoriane nel mondo, in particolare negli Stati Uniti. Al rientro in patria, nel 1947, Maria si preoccupò innanzi tutto di ricostruire l'Opera. Nel 1952 morì in Olanda, a Noordwijk, dove si era ritirata. La fiction, costata 7 milioni di euro, è stata in gran parte girata a Torino e dintorni.

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