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Michele Placido rievoca il dramma di Aldo Moro

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Prodotta per Mediaset dalla Taodue, racconterà Aldo Moro, come spiega il produttore Pietro Valsecchi «nella sua grandezza di uomo e di statista. Non ci sarà il privato se non attraverso le lettere alla famiglia e atti pubblici. La prima parte sarà dedicata al percorso politico, la seconda al rapimento. Spero vada in onda alla fine del prossimo anno». «Ci siamo ispirati - dice Valsecchi - a tutto quello che abbiamo potuto leggere su Aldo Moro, compreso il libro di Agnese Moro con la quale abbiamo avuto un contatto e cercato di parlare con la famiglia, ma non ci siamo riusciti. Ci sono voluti due anni e mezzo di ricerche per raccogliere la documentazione. Abbiamo sentito anche uomini politici come Giulio Andreotti, Francesco Cossiga. Non abbiamo avuto nessun contatto con i brigatisti, non per una discriminazione ma mi sembrava indoveroso. Siamo alla quinta sceneggiatura a cui lavorano Francesco Piccolo e Salvatore Marcarelli. L'editor è Stefano Rulli con la consulenza del giornalista Mario Scialoja che ha seguito tutta la storia di Moro. Il regista è Marco Risi». «Non ho ancora letto la sceneggiatura - spiega però Risi - e quindi mi riservo di vedere com'è, non posso dire nulla». Quello che è certo, ci tiene a sottolineare Valsecchi, «è che non sarà un film scandalistico, nè un istant movie. Viene a trent'anni più o meno dalla morte di Moro. Non dico che debba essere un momento di celebrazione, ma utile a far capire ai giovani chi è stato Moro. Credo sia utile in tutto questo grande balletto politico italiano raccontare quel momento storico così drammatico per fare una riflessione su cosa è stato. Non è un film a tesi ma di riflessione. È importante parlare di quello che sta accadendo oggi, del nostro passato più vicino non di storie del mille e cinquecento». Il cast è in via di definizione: «dovrò scegliere attentamente i brigatisti. Ci saranno un pò tutti i protagonisti di quel periodo storico».

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