Dino Risi si ritira
«Ho novant'anni Ora basta cinema»
«Come festeggerò il compleanno? Come tutti gli anni: un gruppo di famiglia, con qualche perdita. Ma io tengo alta la bandiera. Va tutto bene: un po' di acciacchi sparsi ma nell' insieme va bene». Basta col cinema, ma non le piacerebbe continuare a scrivere dopo "I miei mostri?" «Le confesso che ci ho provato e poi ho buttato tutto. "I miei mostri" mi è venuto per caso: non sono uno scrittore, ho pescato nella memoria. Più che parlare di cinema ho parlato di me, della mia vita; la cosa è piaciuta e questo mi ha fatto molto piacere». Che impressione le ha fatto il successo di Muccino in America? «Una notizia bellissima. Non è facile avere successo lì, e soprattutto non è facile riuscire a farci un film. Fellini per esempio si è sempre rifiutato. Perciò dico: bravo Muccino. Ho amato molto "L'ultimo bacio". Si vedeva che era nato un autore. Del resto mi sembra che il cinema italiano goda buona salute, non parlo dei film di Natale per i quali il successo è obbligatorio, ma ci sono registi, attori e produttori bravi. Insomma è un buon momento. Chi mi piace? Per esempio Virzì è uno molto bravo, e poi Michele Placido, un bravissimo attore e ottimo regista, Sorrentino, Toni Servillo e poi tanti altri: Castellitto, la Bellucci, Margherita Buy». In televisione cosa guarda? «Vedo "Blob", che mi piace, vedo un paio di quiz divertenti, sento le notizie, e poi qualche film quando ce ne sono di interessanti. Il calcio l'ho quasi dimenticato: non mi piace più, mentre mi piace molto il ciclismo; aspetto la Milano-Sanremo e i due grandi Giri. Insomma mi diverte di più la competizione, anche rabbiosa e faticosa: lo sport è questo secondo me, non quel "golletto" che arriva dopo un'ora e mezza di partita». Libri interessanti? «Sto leggendo "L'amorosa inchiesta" di Raffaele La Capria, un grande scrittore e un libro bellissimo, una storia d'amore che prende. Poi, a parte Philip Roth che è il mio preferito, sono sempre stato innamorato di John Fante, un autore che hanno riscoperto negli ultimi anni. Mi piacciono i racconti di Carver. E ultimamente ho letto con molto piacere "Venerati maestri" di Edmondo Berselli, mi piace perchè fa le bucce ai letterati italiani». Lei abita in un residence, ci si trova bene? «Ormai è casa mia, senza il disturbo di parenti o amici e senza le noie del condominio. Ho sempre desiderato vivere in albergo e il residence è come un albergo: non vedo nessuno, sono completamente solo, come in una piccola isola. Se serve un idraulico schiaccio un campanello, non devo litigare coi vicini per una perdita d' acqua. Tutto bene. Tranquillo».